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CHI SARA' IL PROSSIMO AMBASCIATORE LIBICO IN ITALIA?

Nel sistema delle strutture di sicurezza che Gheddafi aveva messo in piedi nel Paese, l'attivita' di spionaggio all’estero era delegata all’ External Security Service ( Jihaz al aman al Kharigi), un organismo che dal punto di vista ordinativo operava all’interno del Ministero degli Affari Esteri (alias Comitato generale per le relazioni esterne e la cooperazione internazionale). Era una dipendenza piu formale che sostanziale , soprattutto di carattere amministrativo ma nella realta' il Capo dei Servizi prendeva ordini e rispondeva del suo operato unicamente al Rais. Quindi una dipendenza formale (teorica) ed una funzionale (pratica). Questa dipendenza comunque aveva il vantaggio di una forte commistione tra la tipica attivita' di politica estera di un Paese e la sua attivita' di spionaggio.

Gli ambasciatori e/o alcuni altri ranghi della struttura diplomatica della Jamaryah all'estero erano alternativamente uomini provenienti direttamente dai Servizi o comunque persone di fiducia di Gheddafi e asserviti agli interessi dei Servizi. Tra i compiti primari dell’E.S.S. , nei periodi antecedenti alla svolta di apertura all’Occidente del 2003, vi era quello della raccolta di informazioni sui cittadini libici residenti all’estero, individuare tra essi gli oppositori ed eliminarli.  

Ed e' in questo periodo storico  di caccia agli oppositori e di repressione della dissidenza che vengono scelti , con maggior ricorrenza , come rappresentanti diplomatici all’estero uomini dei Servizi. La designazione di Hafez Gaddur a console libico in Palermo nel 1988 premia un ex capitano della polizia libica , passato nei Servizi ed ora adibito “ufficialmente” ad un incarico diplomatico. E’ un uomo di fiducia del regime ed e' legato sul piano personale ad un altro esponente del regime che poi prendere il controllo dell’External Security Service : Mohamed Abdulsalam Musa Kusa che nel giugno 1980, quale ambasciatore libico a Londra si fara' espellere per delle dichiarazioni pubbliche in cui proclamava la necessita' dell’eliminazione fisica degli oppositori all’estero.

Ed e' in questo periodo storico di caccia agli oppositori e di repressione della dissidenza che vengono scelti , con maggior ricorrenza , come rappresentanti diplomatici all'estero uomini dei Servizi. La designazione di Hafez Gaddur a console libico in Palermo nel 1988 premia un ex capitano della polizia libica , passato nei Servizi ed ora adibito 'ufficialmente' ad un incarico diplomatico. E' un uomo di fiducia del regime ed e' legato sul piano personale ad un altro esponente del regime che poi prendera' il controllo dell'External Security Service : Mohamed Abdulsalam Musa Kusa che nel giugno 1980, quale ambasciatore libico a Londra si fara' espellere per delle dichiarazioni pubbliche in cui proclamava la necessita' dell'eliminazione fisica degli oppositori all'estero. Gaddur rimane ben 12 anni a Palermo favorito anche dal fatto che Musa Kusa sale nelle considerazioni di Gheddafi e guida una organizzazione , la 'Mathaba', organismo dedicato , soprattutto all'attivita' all'estero come centro per la lotta contro l'imperialismo , il sionismo, il fascismo, il razzismo. 

Molto piu prosaicamente la Mathaba continua la caccia agli oppositori che scappano all'estero. Nel 1992 Musa Kusa diventa vice ministro degli esteri e nel 1994 prende la guida dell'External Security Service. La carriera di Gaddur e' tutta in discesa. Dopo Palermo diventera' ambasciatore libico in Vaticano e dopo altri 3 anni ambasciatore libico in Italia. Il legame Musa Kusa- Gaddur diventa sempre piu stretto e Gaddur diventa sempre piu importante. Ma il personaggio ha anche altre amicizie importanti come quella che lo lega ad Abdallah Senussi , marito della sorella della seconda moglie di Gheddafi e pilastro del sistema di sicurezza del regime, gia' Direttore dell'Intelligence Militare , poi colpito da un mandato di cattura internazionale per il suo coinvolgimento nell'abbattimento di un aereo della compagnia UTA sui cieli del Niger nel 1989. Uomo brutale , coinvolto personalmente nella repressione nel carcere di Abu Salim nel 1996 ( furono uccisi circa 1200 detenuti e da questo episodio e' poi nata in Benghazi la scintilla per la rivolta contro il regime in febbraio a seguito dell'arresto di un avvocato che tutelava gli interessi dei familiari delle vittime). 

Senusssi, lasciato per motivi di opportunita' internazionale l'incarico di Direttore dell'Intelligence militare, viene messo in copertura come vice direttore dell'External Security Service ( quindi, ma solo apparentemente- sotto Musa Kusa) per poi riemergere nel 2009 ancora come capo dell'Intelligence Militare nonche' Capo del Comitato per la lotta contro l'immigrazione clandestina , organismo che soprattutto e' servito da copertura per assicurare a Senussi il coordinamento di tutti gli apparati di sicurezza del Paese :

Polizia, esercito , Servizi (interno , esterno e militare). Gaddur si agita spesso a favore di Senussi per accreditarlo anche nei rapporti con l'Italia, nonostante questo mandato internazionale di cattura : lo presenta senza preavviso al Ministro dell'Interno italiano nel 2009 durante una visita di quest'ultimo a Tripoli. Lo fa accettare come membro di una delegazione in visita in Italia sempre nell'ambito delle trattative per l'immigrazione clandestina. Gaddur ha queste grosse entrature in Libia ( integrate anche dal fatto che sua sorella veniva accreditata di essere nelle grazie del leader e del fratello di Musa Kusa che era capo della segreteria di Gheddafi) e le sfrutta per accrescere il suo prestigio sul territorio italiano. 

Il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione che verra' firmato tra Italia e Libia il 30 agosto del 2008 a Benghazi viene pilotato da lui direttamente diventando l'interlocutore principale nelle trattative ed esautorando, nei fatti , la rappresentanza diplomatica italiana a Tripoli. Parla direttamente con le piu alte cariche governative e politiche dell'Italia. Lo fa in modo trasversale ma sempre accreditando, talvolta anche millantando - il suo potere decisionale a conferma del suo credito in Libia. Si pone al centro di ogni trattativa economica (Unicredit, ENI, Finmeccanica) , contatta ditte e pilota i possibili investimenti libici . Viene collocato in alcuni consigli di amministrazione. Usa discrezionalmente il rilascio di visti per la Libia che non vengono mai concessi senza la sua personale autorizzazione e cosi' ha la possibilita' di favorire o discriminare le societa' che intendono operare commercialmente a Tripoli. Invita in continuazione autorita' o personalita' italiane in Libia. Vuole e riesce a diventare l'unica porta di ingresso per ogni possibile accordo, commerciale me/o politico, con il suo Paese.

Ma nel febbraio di quest'anno le cose cambiano. Il regime inizia la repressione, le potenze internazionali decidono un intervento armato contro Gheddafi e Gaddur si rende subito conto che il vento sta cambiando. Mantiene inizialmente una posizione prudente dando l'idea di non condividere le velleita' repressive di Gheddafi.Quando il suo principale sponsor, Musa Kusa, defeziona in Londra a marzo, non ha piu dubbi. Rilascia dichiarazioni pubbliche alla presenza di un altro ambasciatore dissidente , Shalgam nonche' predecessore di Gaddur nella sede diplomatica romana. Fa ammainare la bandiera della Jamaryah dalla sua residenza, pone ora sul pennone quella nuova.
Alle interviste si presenta con al bavero la spilla dei ribelli. Alla prima visita del Premier libico a Roma fa di tutto per apparire e soprattutto per farsi accreditare come e comunque il continuatore dei rapporti tra Libia e Italia. Ha bisogno soprattutto di far dimenticare i suoi trascorsi e collusioni pregresse. Adesso Gaddur sta combattendo la sua nuova battaglia. Lo fa per la sua sopravvivenza politica e forse anche fisica . A Tripoli e' visto con forte sospetto . Sa che su di lui . il Consiglio di Transizione Nazionale ha aperto un dossier. Era stato convocato nelle ultime settimane a Tripoli ma lui prudentemente ha rifiutato di presentarsi aspettando, cosi' si e' giustificato- che il nuovo governo entri nel pieno dei suoi poteri . 

Gioca a suo favore il fatto che lui conosce ogni intrigo commerciale pregresso tra i due Paesi e che nel contempo ha grosse entrature nell'establishment italiano. Per continuare a esercitare la qualita' di questi contatti italiani ha ora bisogno di fare ancora credere che niente e' cambiato nel suo potere personale. 
Il C.N.T. , da parte sua ha bisogno ancora di questo know how che possiede Gaddur , almeno nel breve periodo prima di potersi permettere l'esautoramento di un personaggio che e' stato per oltre 20 anni al centro di ogni intrigo libico-italiano. Ma la domanda e' adesso piu che lecita : chi sara' il prossimo ambasciatore libico a Roma?