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UN PAESE DIMENTICATO: LE COMORE


moroni
Moroni, la capitale delle Comore

Le isole Comore appartengono a quella parte del globo di cui nessuno si preoccupa. Lontane dai grandi traffici, prive di prevalente interesse strategico, senza materie prime e risorse, non servono a nessuno. Vivono la loro storia e la loro emarginazione sociale ed economica nel totale disinteresse del mondo. Nel continente africano, a cui geograficamente appartengono, non sono una eccezione: Stato povero e disastrato occupano una posizione di assoluto prestigio (sono 163sime tra le 187 nazioni piu' povere del mondo). Le Comore vivono di sussidi internazionali, in questo caso pura elemosina, e l’ex nazione coloniale - la Francia - avendo a suo tempo favorito la secessione di Mayotte nel 1974 e nonostante sia rimasta legata ai territori d’oltremare, non ha piu' tanto interesse ad assicurarsi altri approdi strategici nell’area.

Una piccola popolazione (734.750 abitanti, dato 2010), il 98% della quale musulmana, ripartita su 3 isole (Ngazidja o Grande Comore dove vive il 52% della popolazione; Nzawani o Anjouan dove vive il 42%, e Mwali o Mohe'li la piu' piccola) con una densita' territorio/abitanti particolarmente alta. L'alto tasso di crescita demografica (2,4%) abbinato ad un modesto livello di aspettativa di vita fanno si' che il 52% della popolazione della Comore abbia meno di 20 anni. Una bomba sociale ad orologeria che ogni tanto produce un colpo di Stato. Tanto per dare un senso alle statistiche, dall’indipendenza acquisita nel luglio del 1975 ad oggi nel Paese ci sono stati almeno 21 colpi di Stato a cui nessuno - come si e' detto all’inizio - ha dato l’importanza che meritavano (sembra che, nello stesso lasso di tempo, solo l’Ecuador abbia fatto meglio).

La scuola Denard

L’ultimo tentativo, peraltro fallito, di golpe e' stato il 20 aprile 2013. L'evento ha avuto risalto perche' un partito di opposizione, il Ridja (Rassemblement pour un initiative de developpement avec la jeunesse avertie), ed altre tre associazioni non governative hanno denunciato il governo francese per l’implicazione di personaggi legati alla Francia. Tra le quindici persone arrestate vi era infatti un mercenario francese, altri due personaggi francesi (un uomo d’affari e la sorella di un mercenario congolese), dei franco-comoriani, altri mercenari di nazionalita' congolese e ciadiana ed ovviamente anche dei personaggi locali.

Il mercenario francese, tale Patrick Klein, e' un personaggio legato al defunto Bob Denard, morto nel 2007, ancor piu' noto mercenario che viveva in Sudafrica , gia' implicato in un precedente colpo di Stato nelle isole Comore nel 1995. Al fianco di Klein vi erano anche un ex colonnello dell’armata congolese esiliato in Francia e gia' frequentatore dell’Accademia militare di Saint Cyr ed un colonnello ciadiano (anche lui ex alunno di Saint Cyr).

bob denard
Bob Denard

L’iniziativa del presidente del Ridja Said Larifou tenta di far luce sull’episodio sperando soprattutto che l’inchiesta francese individui i mandanti del golpe e ne sveli le finalita'. Larifou non ha probabilmente particolare fiducia sulla parallela inchiesta del governo comoriano. Comunque, esistono pochi dubbi che il colpo di Stato sia stato concepito ed organizzato a Parigi. E' li' che Klein ha contattato, reclutato ed anche pagato (da 10.000 euro a 22.000 a secondo dell’importanza del soggetto) i suoi mercenari. Quindi c’e' un finanziatore (ancora non noto), dei soldati di ventura (quasi tutti noti) e un mandante (ancora non perfettamente individuato).

Il sospetto, lecito o meno, e' che il golpe fosse mirato ad impedire la rotazione quinquennale alla presidenza del Paese delle 3 isole, cosi' come stabilita da un accordo di pacificazione del 2001 che prefigurava una "Unione delle Comore" con particolare autonomia per ciascuna isola. Un sistema che, nelle intenzioni dei proponenti, doveva assicurare una struttura istituzionale piu' rappresentativa (ed almeno all’inizio l’accordo ha funzionato), ma che ha poi incominciato a evidenziare delle crepe quando, nel 2010, il Presidente Ahmed Abdallah Sambi ha cercato di estendere il suo mandato oltre i termini di scadenza costituzionale. Dopo dei negoziati tra i maggiori partiti, il 26 maggio 2011 e' stato eletto Presidente - e questa volta in modo ritenuto democratico - Ikililou Dhoinine dell’isola di Mohe'li. Dhoinine ha il mandato in scadenza nel 2016, ma forse questo dettaglio, in un Paese dove l’acquisizione del potere avviene storicamente con l’uso delle armi e raramente con le elezioni, ha costituito le premesse per affrettare l’ennesimo colpo di Stato.

La dinastia Abdallah

Nel suo tumultuoso procedere, la storia politica delle Comore si interseca sempre con due attori che ne fanno da protagonisti: i mercenari (Bob Denard fino al 2007 e poi i suoi accoliti) e la famiglia Abdallah. A parte i soldati di ventura che si sono recati nella capitale Moroni per realizzare il golpe di Aprile 2013, vi sono state connivenze con alcuni (almeno 12) tra militari e personaggi locali. E’ infatti emerso, anche in questo ultimo fallito colpo di Stato, l’ombra di uno dei tanti figli del defunto Presidente Ahmed Abdallah, Mahamoud.

Ahmed Abderamane Abdallah, il patriarca della famiglia, e' stato eletto Presidente della Repubblica delle Comore nel luglio del 1975 per poi essere defenestrato con un colpo di Stato dopo appena un mese (e qui compare Renard a fianco dei golpisti guidati da Ali Solih). Tre anni dopo un altro colpo di Stato ed Ali Solih e' ucciso dai mercenari e Ahmed Abdallah viene rimesso al potere. Protagonista sempre Bob Denard che recita due parti nella stessa commedia: una volta a favore di Solih, la seconda a favore di Abdallah.

Nell’ottobre del 1979 Ahmed Abdallah rivince le elezioni presidenziali, ma come spesso accade in queste parti di mondo, la sua democrazia - anche se supportata e tutelata dal ruolo dei mercenari - si trasforma in dittatura. Fonda il partito unico nel 1982 e due anni dopo con questo escamotage rivince le elezioni, subisce un fallito tentativo di colpo di Stato da parte delle Guardie Repubblicane al quale sopravvive, ma il 26 novembre 1989 viene ucciso in un altro golpe. Fomentato da chi? La risposta e' sempre la stessa: Bob Denard.

Da quel momento, sparito il patriarca, compaiono sulla scena politica (intendendo soprattutto quella legata ai suoi sovvertimenti traumatici) i figli. Nel 1992 vengono arrestati per tentato colpo di Stato i gemelli Abderemane e Sheikh e con loro anche un loro fratellastro. Altra comparsa del clan nel settembre 1995, sempre protagonista Bob Renard, per estromettere il Presidente Djohar e per cercare di liberare i due gemelli (gia' condannati a morte, pena poi tramutata in ergastolo). Obiettivo raggiunto.

Poi tocca ad un altro fratello, Mahmoud, accompagnato da Abderemane, tentare il golpe nel 2000. Entrambi sono arrestati e liberati dopo pochi mesi. Ed infine, proprio in quest’ultimo ulteriore tentativo di aprile 2013, ecco ricomparire il nome di Mahmoud - anche se poi il dato deve essere suffragato da prove nonostante esistano forti sospetti al riguardo - ovviamente con l'aiuto di mercenari. L’obiettivo ultimo di aprile era eliminare l’attuale Presidente Ikililou Dhoinine, il Colonnello Yussouf Idjihadi che ricopre le funzioni di capo di stato maggiore ed un altro ufficiale, il Col. Ibrahim Ahamada.

Gli Abdallah sono una realta' economica molto importante nel Paese (oggi un po’ meno che nel passato). Gestiscono in regime quasi di monopolio l’import-export, hanno vaste proprieta' immobiliari (anche a Mayotte) e forse questo li fa sentire predestinati, anche se non attraverso canali democratici, a governare il Paese.

Il clan Abdallah e' molto coeso ed e' composto di 5 fratelli e 4 sorelle (queste ultime non dedite a trame eversive). Nonostante non siedano sullo scranno piu' alto, i membri della famiglia occupano sempre posizioni istituzionali di prestigio. Sheikh occupa attualmente l’incarico di addetto militare nell’ambasciata a Parigi. Il fratello gemello Abderemane e' deputato all’Assemblea nazionale nonche' presidente della Commissione Esteri. L’altro fratello, Salim, sinora mai implicato in attivita' politica, presiede il consiglio di amministrazione della Banca centrale delle Comore. Il piu' vecchio, Nassuf, e' invece consigliere del Presidente Dhoinine. In passato era stato vice presidente dell’Assemblea nazionale, ambasciatore in Sudafrica e consigliere del Presidente di Anjouan.

Allora, visto che tra l’attuale Presidente e vari membri del clan ci sono buoni rapporti, perche' Mahmoud ha cercato di estrometterlo?

La risposta e' implicita nel fatto che Mahmoud era molto legato all’ex Presidente - poi deceduto - Mohamed Taki Abdulkarim. Successivamente il suo astro politico si era lentamente eclissato. Forse ha giocato in proprio (magari con l’appoggio di gente collegata a Taki) ed in competizione con i fratelli politicamente piu' attrezzati. Resta il fatto che nel comune sentire del clan ci si ritiene sempre predestinati alla guida del Paese. E se quindi Mahmdoud ha guidato il colpo di stato, il sistema militarizzato che regola il clan ha fatto si' che il golpista fosse difeso dai fratelli ed alla fine, dopo essere stato arrestato, e' stato anche liberato.


fazul abdullah mohammed
Fazul Abdullah Mohammed

Un errore di valutazione

Un Paese che passa da un colpo di Stato all’altro, dove i maggiori introiti sono forniti dalle noci di cocco, un angolo sperduto del mondo dove la democrazia e' un'opzione scarsamente applicata che importanza può avere nella globalizzazione?

La risposta si chiama Fazul Mohammed Abdallah, un terrorista comoriano al soldo di Al Qaeda, implicato negli attentati alle ambasciata americane di Nairobi e Dar es Salaam del 1998, passato poi al fianco degli Shabaab somali dove poi ha trovato la morte nel 2011.

Perche' in un Paese dove ha spazio la sottocultura civica, dove la poverta' raggiunge livelli insopportabili (il 45% della popolazione vive sotto il livello di poverta' ed il reddito pro-capite annuale e' di circa 750$) e dove l’ingiustizia sociale e' pane quotidiano si creano le condizioni per la crescita di personaggi che non hanno nulla da perdere e che fanno dell’unica ideologia che fornisce degli pseudo alibi ai loro comportamenti - nel caso specifico l’Islam - uno scopo di vita.

Nel loro piccolo le Comore hanno dato un piccolo contributo all’instabilita' del mondo grazie alla disattenzione del globo che le circonda.