CHE FINE FARA'
ABDALLAH SENUSSI?

Il 20 novembre del 2011 le autorita' libiche avevano annunciato la cattura del cognato di Gheddafi , Abdallah Senussi. Un annuncio poi informalmente confermato da altre fonti nel tempo, ma mai documentato - come peraltro fatto per la cattura di altri personaggi importanti dell'ex regime - da una foto o filmato dell'interessato. E' questa circostanza aveva alimentato varie congetture tra le quali quella piu' accreditata negli ambienti di Tripoli era che l'uomo fosse stato brutalmente torturato e quindi non fosse "presentabile" alla stampa specie dopo che sulle autorita' libiche si addensavano accuse di violazioni dei diritti umani. Altre voci - sempre in Tripoli - lo davano addirittura per morto. Entrambe le ipotesi avevano un loro fondamento di verita' se si tiene conto che Gheddafi , prima di essere ammazzato, era stato sodomizzato ed al figlio Mutassim erano stati tagliati i genitali.
In realta' Senussi non era ne' imprigionato in Libia, ne' morto. Era solo scappato, unendosi a delle tribu' tuareg del Mali con cui continuava la sua battaglia contro la nuova dirigenza libica. Il 17 marzo e' stato poi catturato dalle forze di sicurezze mauritane scorso nell'aeroporto di Nouakchott . Le autorita' libiche hanno subito chiesto l'estradizione per poterlo processare nel proprio Paese .
Abdallah Senussi e' uno dei personaggi piu' odiati del regime di Gheddafi ed era quello che si dedicava con particolare zelo al cosidetto lavoro sporco: caccia agli oppositori nel Paese e all'estero con conseguente loro eliminazione fisica, persecuzione delle famiglie degli aventi causa, repressione delle proteste, attentati.
Per questo motivo il 16 maggio dello scorso anno la Corte Internazionale Criminale de l'Aia aveva emesso - su richiesta e con la presentazione di un dossier di prove da parte del C.N.T. libico - un mandato di arresto internazionale per crimini contro l'umanita'. Iniziativa che riguardava non solo Senussi ma anche Seif al Islam e suo padre.
Senussi il terrorista
La fama internazionale del cognato di Gheddafi era gia' nota in passato per il suo coinvolgimento nell'abbattimento di un velivolo commerciale (Dc-10) della compagnia U.T.A. sui cieli del Niger nel 1989. Un attentato che era costato la vita a 170 persone di cui 54 francesi. Il tribunale di Parigi, nel 1999 lo aveva condannato in contumacia all'ergastolo e quindi sulla sua testa pendeva gia' un mandato internazionale di arresto.
A quei tempi capo dell'intelligence militare , Gheddafi fu costretto a sollevarlo - almeno formalmente - dall'incarico. Il suo potere reale rimaneva pero' intatto. Nel 1996, in seguito ad una sommossa nel carcere di massima sicurezza di Abu Salim, Senussi era intervenuto con i reparti speciali per sedare la protesta: 1200 morti di cui recentemente sono stati trovate le fosse comuni nei pressi del comprensorio. L'ironia della sorte ha proprio voluto che dalle proteste in Benghazi dei familiari delle vittime di Abu Salim che reclamavano giustizia e la restituzione dei corpi e dall'arresto dell'avvocato che difendeva le loro cause sia nata la scintilla che ha provocato la ribellione e la caduta del regime.
Nel 2002 Abdallah Senussi riprendeva il suo posto a capo dell'Intelligence militare ( e l'anno successivo veniva accusato dai sauditi di complottare per l'uccisione di re Abdullah) ma poi , nel 2007 - nell'ambito di una politica di riavvicinamento di Gheddafi all'Occidente - venne di nuovo avvicendato e messo in una posizione di potere meno visibile: Vice direttore delll'External Security Service (Jihaz al Aman al Kharigi) allora comandato da Musa Kusa. Ma la parabola politica di Abdallah Senussi - a parte aggiustamenti formali del suo ruolo pubblico - e' rimasta sempre di prima grandezza. Riprendera' poco dopo - sempre ufficialmente - il controllo diretto dell'Intelligence Militare .
Senussi e l'attentato di Lockerbie
Recita un ruolo nei negoziati con l'Inghilterra per la liberazione del terrorista Abdelbaset Mohamed Ali al Megrahi - implicato nell'attentato di Lockerbie - poi rilasciato dal carcere scozzese nell'agosto del 2009. Negozia con l'Italia nel campo dell'immigrazione clandestina e per questo e' ricevuto a Roma. E' questa l'ultima configurazione politica di Abdallah Senussi . Ricostruita una certa "credibilita'" internazionale torna subito ad occupare incarichi pubblici . Ed ecco - agli inizi del 2009 - che viene accreditato di un nuovo incarico prestigioso: Capo dell’Alto Comitato per la lotta all'immigrazione clandestina. Un incarico di copertura per qualcosa di piu' grande: il controllo diretto di tutti gli apparati di sicurezza del Paese. Con la scusa degli immigrati il Comitato di Senussi controlla infatti i 3 Servizi di sicurezza ( L'External Security Service, l'Internal Security Service, l'Intelligence Militare), le Forze Armate, la Polizia. Ma e' l'ultimo capitolo della storia di Abdallah Senussi.

Scoppia la rivolta a Benghazi, cerca subito di reprimerla senza peraltro particolare successo nonostante i suoi uomini vengano subito accreditati di particolare brutalita' , sempre a fianco del cognato per la battaglia finale, senza possibilita' di rifugiarsi all'estero per il mandato di arresto internazionale. In agosto suo figlio Mohamed (gia' noto in Italia per i suoi eccessi alcolici e relative intemperanza pubbliche - peraltro condonate dalla polizia italiana) viene ucciso dai raid alleati insieme al figlio di Gheddafi Khamis. Infine, in novembre le voci - peraltro infondate - della sua cattura nel sud del Paese.
Fondamentale nel garantire la sicurezza del regime, ingombrante - almeno nel contesto internazionale - dal punto di vista politico, brutale nei modi e nei comportamenti, crudele e vendicatore, al personaggio rimane ora da recitare l'ultima parte della sua vita. Se verra' consegnato alle autorita' libiche , le sue probabilita' di sopravvivenza fisica saranno praticamente nulle. Questo a prescindere da un processo dall'esito scontato se comunque avra' il tempo tecnico di arrivarci ancora sano durante la detenzione. Nella cultura tribale e beduina, di cui Senussi e' sicuramente esponente di rilievo, non vi e' spazio per gesti di clemenza e la tutela dei diritti umani e' una opzione raramente applicata. Nel caso in questione - stante l'efferatezza dei comportamenti pregressi del personaggio - si ritiene che margini di applicazione in tal senso siano risibili. Le autorita' libiche hanno gia' annunciato - a scanso di equivoci - che se gli verra' estradato non lo consegneranno al tribunale Internazionale (come peraltro hanno gia' detto per il nipote Seif al Islam).
Rimane da vedere quello che decideranno le autorita' mauritane. Intanto hanno gia' smentito, nei giorni scorsi, una dichiarazione del vice Primo Ministro libico, Mustafa Abu Shagour, che dava per scontata e concordata una consegna del personaggio alla Libia dopo che una delegazione del C.N.T. aveva visitato Nouakchott. Intanto Tripoli, tramite l'Interpol , ha richiesto un mandato internazionale di cattura per il personaggio (tanto per contrapporre la richiesta di cattura de l'Aia alla propria).
Chiaramente e' noto alle autorita' mauritane che una eventuale consegna del personaggio alla Libia equivarrebbe ad una sicura condanna a morte. La consegna a l'Aia, in alternativa avrebbe soluzioni finali meno cruente. Anche se, vale ricordarlo, la Mauritania non ha mai ufficialmente riconosciuto il ruolo del Tribunale Criminale Internazionale de l'Aia .
Non tutto e' perduto per Senussi
Non e' chiaro al momento come la Mauritania intendera' comportarsi nei riguardi di Senussi e soprattutto nei confronti delle istanze libiche. Ma al riguardo bisogna valutare alcuni dettagli ed alcune valutazioni politiche.
Nel primo caso salta all'occhio il fatto che Senussi stava tornando in aereo dal Marocco e questo implica una sua certa liberta' di manovra. Personaggio e soprattutto faccia nota sulla scena politica da 40 anni, non poteva muoversi senza essere identificato o monitorato. Se e' potuto entrare ed uscire dal Marocco evidentemente ha ancora una sua credibilita' e un suo peso negoziale. Non e' quindi un personaggio squalificato nel contesto nordafricano. E questa prima considerazione e' suffragata da un ulteriore dettaglio: Senussi non e' stato incarcerato a Nouakchott ma viene ospitato in un residence per autorita'. Un riguardo che si correla al suo ruolo.
Le valutazioni politiche sono di vario genere. Da un lato la considerazione di cui gode ancora Senussi e' inversamente proporzionale al credito che gode la nuova dirigenza libica. Molti Paesi della regione non vedono di buon occhio la situazione sociale libica (peraltro non ancora stabilizzata) ed al ruolo che stanno avendo le frange islamiche del Paese. La Mauritania ha paura del terrorismo ed ha paura del correlato islamismo. Senussi, sotto questo aspetto, non porrebbe problemi. Ma il cognato di Gheddafi ha dalla sua parte un altro valore aggiunto: e' un personaggio legato alle tribu' tuareg, quelle stesse che hanno combattuto al fianco del regime in Libia e che ora, approfittando anche del colpo di Stato a Bamako, stanno destabilizzando i Paesi del Sahel. Portano avanti rivendicazioni di autonomia, si sono alleate con frange islamiche salafite, sono in quota parte collusi ovvero almeno conviventi con i gruppi terroristici che sotto il nome di Al Qaida spadroneggiano nell'area.
Comunque i tuareg fanno adesso paura ed inimicarseli, magari consegnando Senussi alla Libia, potrebbe essere controindicante per la stabilita' del regime militare del Presidente mauritano Ould Abdel Aziz. Peraltro fu proprio Gheddafi a mediare e ad aiutare Aziz ad essere alla fine riammesso nell'ambito dell'African Union dopo il colpo di Stato militare che lo aveva portato al potere nell'agosto del 2008 e che aveva determinato l'ostracismo degli altri Paesi. Quindi Aziz ha comunque un debito di riconoscenza verso il passato regime libico.
Dall'altro lato ci sono pero' anche forti le pressioni che la Francia sta esercitando sulla dirigenza mauritana. Parigi ha un conto in sospeso con Senussi per l'attentato UTA ed e' stata una dei maggiori sostenitori della rivolta armata contro Gheddafi.Dietro la Francia c'e' ovviamente anche il mondo occidentale ed una serie di interessi economici e commerciali che possono influenzare le scelte di Nouakchott.Alcuni di questi Paesi stanno aiutando le forze di sicurezza mauritane a combattere il terrorismo. Tra queste contrapposte istanze maturera' alla fine la decisione finale del Presidente Aziz.

Abdallah Senussi
Il 20 novembre del 2011 le autorita' libiche avevano annunciato la cattura del cognato di Gheddafi , Abdallah Senussi. Un annuncio poi informalmente confermato da altre fonti nel tempo, ma mai documentato - come peraltro fatto per la cattura di altri personaggi importanti dell'ex regime - da una foto o filmato dell'interessato. E' questa circostanza aveva alimentato varie congetture tra le quali quella piu' accreditata negli ambienti di Tripoli era che l'uomo fosse stato brutalmente torturato e quindi non fosse "presentabile" alla stampa specie dopo che sulle autorita' libiche si addensavano accuse di violazioni dei diritti umani. Altre voci - sempre in Tripoli - lo davano addirittura per morto. Entrambe le ipotesi avevano un loro fondamento di verita' se si tiene conto che Gheddafi , prima di essere ammazzato, era stato sodomizzato ed al figlio Mutassim erano stati tagliati i genitali.
In realta' Senussi non era ne' imprigionato in Libia, ne' morto. Era solo scappato, unendosi a delle tribu' tuareg del Mali con cui continuava la sua battaglia contro la nuova dirigenza libica. Il 17 marzo e' stato poi catturato dalle forze di sicurezze mauritane scorso nell'aeroporto di Nouakchott . Le autorita' libiche hanno subito chiesto l'estradizione per poterlo processare nel proprio Paese .
Abdallah Senussi e' uno dei personaggi piu' odiati del regime di Gheddafi ed era quello che si dedicava con particolare zelo al cosidetto lavoro sporco: caccia agli oppositori nel Paese e all'estero con conseguente loro eliminazione fisica, persecuzione delle famiglie degli aventi causa, repressione delle proteste, attentati.
Per questo motivo il 16 maggio dello scorso anno la Corte Internazionale Criminale de l'Aia aveva emesso - su richiesta e con la presentazione di un dossier di prove da parte del C.N.T. libico - un mandato di arresto internazionale per crimini contro l'umanita'. Iniziativa che riguardava non solo Senussi ma anche Seif al Islam e suo padre.
Senussi il terrorista
La fama internazionale del cognato di Gheddafi era gia' nota in passato per il suo coinvolgimento nell'abbattimento di un velivolo commerciale (Dc-10) della compagnia U.T.A. sui cieli del Niger nel 1989. Un attentato che era costato la vita a 170 persone di cui 54 francesi. Il tribunale di Parigi, nel 1999 lo aveva condannato in contumacia all'ergastolo e quindi sulla sua testa pendeva gia' un mandato internazionale di arresto.
A quei tempi capo dell'intelligence militare , Gheddafi fu costretto a sollevarlo - almeno formalmente - dall'incarico. Il suo potere reale rimaneva pero' intatto. Nel 1996, in seguito ad una sommossa nel carcere di massima sicurezza di Abu Salim, Senussi era intervenuto con i reparti speciali per sedare la protesta: 1200 morti di cui recentemente sono stati trovate le fosse comuni nei pressi del comprensorio. L'ironia della sorte ha proprio voluto che dalle proteste in Benghazi dei familiari delle vittime di Abu Salim che reclamavano giustizia e la restituzione dei corpi e dall'arresto dell'avvocato che difendeva le loro cause sia nata la scintilla che ha provocato la ribellione e la caduta del regime.
Nel 2002 Abdallah Senussi riprendeva il suo posto a capo dell'Intelligence militare ( e l'anno successivo veniva accusato dai sauditi di complottare per l'uccisione di re Abdullah) ma poi , nel 2007 - nell'ambito di una politica di riavvicinamento di Gheddafi all'Occidente - venne di nuovo avvicendato e messo in una posizione di potere meno visibile: Vice direttore delll'External Security Service (Jihaz al Aman al Kharigi) allora comandato da Musa Kusa. Ma la parabola politica di Abdallah Senussi - a parte aggiustamenti formali del suo ruolo pubblico - e' rimasta sempre di prima grandezza. Riprendera' poco dopo - sempre ufficialmente - il controllo diretto dell'Intelligence Militare .
Senussi e l'attentato di Lockerbie
Recita un ruolo nei negoziati con l'Inghilterra per la liberazione del terrorista Abdelbaset Mohamed Ali al Megrahi - implicato nell'attentato di Lockerbie - poi rilasciato dal carcere scozzese nell'agosto del 2009. Negozia con l'Italia nel campo dell'immigrazione clandestina e per questo e' ricevuto a Roma. E' questa l'ultima configurazione politica di Abdallah Senussi . Ricostruita una certa "credibilita'" internazionale torna subito ad occupare incarichi pubblici . Ed ecco - agli inizi del 2009 - che viene accreditato di un nuovo incarico prestigioso: Capo dell’Alto Comitato per la lotta all'immigrazione clandestina. Un incarico di copertura per qualcosa di piu' grande: il controllo diretto di tutti gli apparati di sicurezza del Paese. Con la scusa degli immigrati il Comitato di Senussi controlla infatti i 3 Servizi di sicurezza ( L'External Security Service, l'Internal Security Service, l'Intelligence Militare), le Forze Armate, la Polizia. Ma e' l'ultimo capitolo della storia di Abdallah Senussi.

Abdelbaset Mohamed Ali al Megrahi
Scoppia la rivolta a Benghazi, cerca subito di reprimerla senza peraltro particolare successo nonostante i suoi uomini vengano subito accreditati di particolare brutalita' , sempre a fianco del cognato per la battaglia finale, senza possibilita' di rifugiarsi all'estero per il mandato di arresto internazionale. In agosto suo figlio Mohamed (gia' noto in Italia per i suoi eccessi alcolici e relative intemperanza pubbliche - peraltro condonate dalla polizia italiana) viene ucciso dai raid alleati insieme al figlio di Gheddafi Khamis. Infine, in novembre le voci - peraltro infondate - della sua cattura nel sud del Paese.
Fondamentale nel garantire la sicurezza del regime, ingombrante - almeno nel contesto internazionale - dal punto di vista politico, brutale nei modi e nei comportamenti, crudele e vendicatore, al personaggio rimane ora da recitare l'ultima parte della sua vita. Se verra' consegnato alle autorita' libiche , le sue probabilita' di sopravvivenza fisica saranno praticamente nulle. Questo a prescindere da un processo dall'esito scontato se comunque avra' il tempo tecnico di arrivarci ancora sano durante la detenzione. Nella cultura tribale e beduina, di cui Senussi e' sicuramente esponente di rilievo, non vi e' spazio per gesti di clemenza e la tutela dei diritti umani e' una opzione raramente applicata. Nel caso in questione - stante l'efferatezza dei comportamenti pregressi del personaggio - si ritiene che margini di applicazione in tal senso siano risibili. Le autorita' libiche hanno gia' annunciato - a scanso di equivoci - che se gli verra' estradato non lo consegneranno al tribunale Internazionale (come peraltro hanno gia' detto per il nipote Seif al Islam).
Rimane da vedere quello che decideranno le autorita' mauritane. Intanto hanno gia' smentito, nei giorni scorsi, una dichiarazione del vice Primo Ministro libico, Mustafa Abu Shagour, che dava per scontata e concordata una consegna del personaggio alla Libia dopo che una delegazione del C.N.T. aveva visitato Nouakchott. Intanto Tripoli, tramite l'Interpol , ha richiesto un mandato internazionale di cattura per il personaggio (tanto per contrapporre la richiesta di cattura de l'Aia alla propria).
Chiaramente e' noto alle autorita' mauritane che una eventuale consegna del personaggio alla Libia equivarrebbe ad una sicura condanna a morte. La consegna a l'Aia, in alternativa avrebbe soluzioni finali meno cruente. Anche se, vale ricordarlo, la Mauritania non ha mai ufficialmente riconosciuto il ruolo del Tribunale Criminale Internazionale de l'Aia .
Non tutto e' perduto per Senussi
Non e' chiaro al momento come la Mauritania intendera' comportarsi nei riguardi di Senussi e soprattutto nei confronti delle istanze libiche. Ma al riguardo bisogna valutare alcuni dettagli ed alcune valutazioni politiche.
Nel primo caso salta all'occhio il fatto che Senussi stava tornando in aereo dal Marocco e questo implica una sua certa liberta' di manovra. Personaggio e soprattutto faccia nota sulla scena politica da 40 anni, non poteva muoversi senza essere identificato o monitorato. Se e' potuto entrare ed uscire dal Marocco evidentemente ha ancora una sua credibilita' e un suo peso negoziale. Non e' quindi un personaggio squalificato nel contesto nordafricano. E questa prima considerazione e' suffragata da un ulteriore dettaglio: Senussi non e' stato incarcerato a Nouakchott ma viene ospitato in un residence per autorita'. Un riguardo che si correla al suo ruolo.
Le valutazioni politiche sono di vario genere. Da un lato la considerazione di cui gode ancora Senussi e' inversamente proporzionale al credito che gode la nuova dirigenza libica. Molti Paesi della regione non vedono di buon occhio la situazione sociale libica (peraltro non ancora stabilizzata) ed al ruolo che stanno avendo le frange islamiche del Paese. La Mauritania ha paura del terrorismo ed ha paura del correlato islamismo. Senussi, sotto questo aspetto, non porrebbe problemi. Ma il cognato di Gheddafi ha dalla sua parte un altro valore aggiunto: e' un personaggio legato alle tribu' tuareg, quelle stesse che hanno combattuto al fianco del regime in Libia e che ora, approfittando anche del colpo di Stato a Bamako, stanno destabilizzando i Paesi del Sahel. Portano avanti rivendicazioni di autonomia, si sono alleate con frange islamiche salafite, sono in quota parte collusi ovvero almeno conviventi con i gruppi terroristici che sotto il nome di Al Qaida spadroneggiano nell'area.
Comunque i tuareg fanno adesso paura ed inimicarseli, magari consegnando Senussi alla Libia, potrebbe essere controindicante per la stabilita' del regime militare del Presidente mauritano Ould Abdel Aziz. Peraltro fu proprio Gheddafi a mediare e ad aiutare Aziz ad essere alla fine riammesso nell'ambito dell'African Union dopo il colpo di Stato militare che lo aveva portato al potere nell'agosto del 2008 e che aveva determinato l'ostracismo degli altri Paesi. Quindi Aziz ha comunque un debito di riconoscenza verso il passato regime libico.
Dall'altro lato ci sono pero' anche forti le pressioni che la Francia sta esercitando sulla dirigenza mauritana. Parigi ha un conto in sospeso con Senussi per l'attentato UTA ed e' stata una dei maggiori sostenitori della rivolta armata contro Gheddafi.Dietro la Francia c'e' ovviamente anche il mondo occidentale ed una serie di interessi economici e commerciali che possono influenzare le scelte di Nouakchott.Alcuni di questi Paesi stanno aiutando le forze di sicurezza mauritane a combattere il terrorismo. Tra queste contrapposte istanze maturera' alla fine la decisione finale del Presidente Aziz.