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LE ORGANIZZAZIONI ISLAMICHE NON GOVERNATIVE E LA DIFFUSIONE DEL TERRORISMO

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L’Islam non ha un centro, una struttura di comando, qualche autorità che aiuti il credente ad interpretare le sacre scritture dando loro il significato appropriato. Da questa circostanza nasce oggi la facilità con cui vengono strumentalizzati i sacri testi per giustificare il terrorismo nelle sue forme più sanguinarie. Ad alimentare il radicalismo ci pensano le diverse le scuole di pensiero teologiche che spaziano da una interpretazione ortodossa e letterale del Corano (quelle che più si riconoscono nella corrente salafita) e quelle più inclini, come i sufi, ad un Islam dal volto più moderato.

Le correnti che propugnano interpretazioni estremizzanti dei concetti religiosi,favorendo così il passaggio dal radicalismo religioso al terrorismo, hanno però bisogno di un veicolo per la trasmissione e diffusione del consenso. Ovvero di strutture che alimentino il radicalismo, lo trasformino in estremismo e quindi, nella chiusura del ciclo, offrano dimora ideologica e soldi per quelle frange armate che si dedicano al terrorismo di matrice islamica.

E' in questo contesto che occorre analizzare il ruolo delle Organizzazioni Non Governative (ONG) islamiche. Ufficialmente hanno finalità umanitarie, ma in realtà, negli ultimi decenni, sono state lo strumento principale per la diffusione dell’Islam radicale non soltanto nei Paesi musulmani, ma anche in quelle nazioni in via di sviluppo dove il sostegno finanziario elargito ha un forte impatto sociale. Non sorprende quindi che il terrorismo islamico abbia attecchito anche in Africa e che dietro a questo proliferare di idee radicali vi siano spesso ONG saudite, cioè legate ad una setta musulmana ortodossa e radicale come il wahabismo dalle forti disponibilità finanziarie.

Il ruolo delle ONG

Il ruolo di queste ONG islamiche è perciò centrale perché veicola una visione antagonista del rapporto con le altre religioni in un approccio conflittuale dalle caratteristiche militari. Fanno proselitismo (che talvolta si trasforma in reclutamento), diffondono idee oltranziste, creano un rapporto di sudditanza da parte di chi riceve sostegno, aiuto o assistenza. Attraverso le ONG wahabite è avvenuto, nel passato recente, il reclutamento, finanziamento, sostegno logistico e addestramento dei mujaheddin afghani, bosniaci ed ultimamente mediorientali. Basterebbe ricordarsi, al riguardo, del wahabita più famoso: Osama bin Laden.

Le ONG che fanno capo direttamente o indirettamente all’Arabia Saudita sono molte e non necessariamente sono state coinvolte in attività eversiva, ma – consapevolmente o no – sono state comunque veicolo di una ideologia e di un approccio religioso che hanno seminato il fanatismo in varie parti del mondo, il quale si è trasformato poi in integralismo ed infine in terrorismo.

Il paradosso di tutto questo è che l’Arabia Saudita, apparentemente schierata con il mondo occidentale nel combattere il terrorismo, ne è nel contempo è il principale sponsor. Si potrebbe anche dissertare sul fatto che le ONG saudite sono generalmente private e che quindi non coinvolgono nel loro operato lo Stato a cui appartengono, ma anche qui il distinguo è molto opinabile perché la monarchia saudita è legittimata dal credo wahabita e quindi è nei fatti consenziente con l'ideologia che tale dottrina diffonde. Poi, un po’ come avviene in tutta la penisola arabica e in Medioriente, le istituzioni governative hanno sempre un occhio di riguardo verso queste organizzazioni caritatevoli nella misura in cui non creano problemi alla loro stabilità.


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Organizzazioni controverse

Sta di fatto che nel corso degli anni alcune di queste Organizzazioni Non Governative wahabite sono state indagate o accusate di collusione con il terrorismo:

• Lega Mondiale Musulmana

E’ stata costituita a la Mecca negli anni ’60. Scopo principale è la diffusione dell’Islam e la riunificazione di tutti quei movimenti che perseguono l’introduzione della Sharia nei propri Paesi. La sua attività si esplica attraverso la costruzione di moschee, scuole coraniche, centri culturali e la distribuzione gratuita di libri (religiosi). Dopo l’attentato alle Torri Gemelle del settembre 2001, i suoi uffici sono stati perquisiti dall’FBI, un suo esponente, Abdul Rahman Alamoudi, è stato a suo tempo arrestato per finanziamento a gruppi terroristici. La Lega è ancora attiva oggi con uffici nei cinque continenti.

• Fondazione “Al Haramain”

Ha la sua sede principale a Ryad. Scopo principale è l’assistenza alle comunità islamiche nel mondo. Ha finanziato in passato l’attività dei mujaheddin in Afghanistan. Il suo nome è stato associato agli attentati contro le ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam nel 1998, è ritenuta fortemente attiva in Somalia. Lo è stata anche in Bosnia negli anni '90 a favore di quei battaglioni di mujaheddin che combattevano a favore del governo di Sarajevo. E’ accusata anche di contatti con la Al Jamaat al Islamiyah egiziana. Nel settembre 2004 l’organizzazione è stata accusata dal Dipartimento del Tesoro americano di avere legami con Al Qaeda e Osama bin Laden. Successivamente è stata messa al bando anche dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

• Fondazione “Al Mouwafaq”

Anch’essa ha la sede principale a Ryad, ma ha anche vari uffici di rappresentanza in Europa e nei Balcani. Scopo principale è dare sostegno ai rifugiati musulmani nel mondo. In passato è stata associata all’attività di sostegno a favore delle organizzazioni islamiche tunisine (quando Ben Ali era al potere e, per paradosso, adesso il dittatore tunisino si è rifugiato proprio in Arabia Saudita). E’ stata accusata di legami con la Jamaat Islamiyah egiziana, finanziando un battaglioni di mujaheddin egiziani che combattevano in Bosnia che portavano il nome di Brigata Mouwafaq. Altrettanto dicasi per i campi di addestramento in Afghanistan. La sua filiale a Monaco, in Germania, è stata sospettata di collegamenti con al Qaeda. Nell’ottobre 2001 gli Stati Uniti hanno accusato uno dei principali finanziatori della fondazione, il multimilionario saudita Yassin al Qadi, di aver finanziato attività terroristiche, ma nessuna azione è stata presa nei confronti della Fondazione.

• Consiglio di Coordinamento Islamico

Fondato nel 1986, la sua sede principale è a Peshwar, in Pakistan, ed opera a favore dei rifugiati afghani con finanziamenti privati in maggioranza provenienti dall’Arabia Saudita. Anche su questa organizzazione sono caduti sospetti di attività terroristica.

• Organizzazione del Soccorso Islamico Internazionale (International Islamic Relief Organization – Hay’at al Ighatha al Islamiyah al Alamyah)

Fondata nel 1979, ha la sua sede principale a Gedda. Ha sedi distaccate in 90 Paesi del mondo. Prima della sua fondazione al suo posto c’era il Dipartimento dell’aiuto islamico mondiale, un organismo della Lega Islamica Mondiale. Scopo principale è quello di fornire assistenza agli orfani dei rifugiati e alle vittime della guerra. Lo fa coinvolgendo tutta una serie di banche e organizzazioni finanziarie islamiche. Il nome di questa ONG è stato spesso affiancato al sostegno dato a vari gruppi integralisti nordafricani, come la Jihad islamica e la Jamaat islamyah in Egitto, l’Ennadha tunisina (quando Rachid Ghannouchi era in esilio a Londra), il Fronte Islamico di Salvezza algerino, Hamas, lo stesso Osama bin Laden, i mujaheddin di Bosnia. Un suo associato, Ramzi Ahmed Yousef, è stato implicato nell’attentato al World Trade Center di New York del 1993.


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C'è dell'altro

Accanto a queste ONG wahabite private anche il governo saudita ha un suo organismo per l’attività caritatevole , l’Alta Commissione Saudita (Saudi High Commission), che pur non perseguendo finalità di terrorismo, ha fornito nel tempo assistenza a varie formazioni come la palestinese Hamas ed il FIS algerino.

Per quanto riguarda l’Africa, invece, è molto attiva un’altra organizzazione: l’Agenzia dei Musulmani d’Africa. Con sede in Kuwait, è legata non più al mondo wahabita, ma a quello dei Fratelli Musulmani. Questo organismo opera ed è presente in 34 Paesi del continente africano. Benché si dichiari politicamente neutrale ed ufficialmente si dedichi alla diffusione del “dawa” (messaggio) islamico, la riabilitazione della cultura araba e musulmana, lo sviluppo degli insegnamenti religiosi, è stata spesso considerata un veicolo attivo dell’integralismo musulmano in Africa. Geograficamente è molto presente sulla costa orientale del continente e nelle isole (Zanzibar, Comore, Pemba, Lamu). In questa ricerca delle radici islamiche delle popolazioni e comunità africane, l'Agenzia è spesso entrata in collisione con le autorità di vari Paesi come Gabon, Senegal, Zimbabwe, Camerun. Oggi è presente con progetti agricoli in Mali, fornisce assistenza alle popolazioni tuareg, offre borse di studio, assiste gli orfani, costruisce moschee. Ha tanti soldi e questo aiuta la diffusione della sua ideologia. L’Agenzia dei Musulmani d’Africa è stata sospettata di finanziare la Al Ittihad al Islamyah dello Sheykh Hassan Dahir Aweys in Somalia.