L'IRAN E L'ONDA
VERDE
(parte I)


Il periodo in esame, 13 giugno 2009 -
2 marzo 2012, e' caratterizzato da una serie di avvenimenti che
potrebbero comportare varianti anche significative alla "costruzione
istituzionale teocratica" posta in atto dalla Guida Suprema Ruhollah
Khomeini, capo religioso e politico dell'Iran, deceduto il 3 giugno
1989.
E' il caso, in premessa, di evidenziare che i risultati delle elezioni del 2 marzo scorso per il Parlamento iraniano (Majlis) risultano al momento incompleti in quanto sono stati assegnati solamente 225 seggi sui 290 previsti; per gli altri 65 si fara' ricorso al ballottaggio e la data sara' definita dal "Consiglio dei Guardiani della Costituzione e della Sharia" (probabilmente il 4 di Marzo), lo stesso organismo che, prima della consultazione, ha provveduto a selezionare, tra 5400 esponenti presentatisi, i 3444 candidati in lizza per 290 seggi del Parlamento.
Per quanto si riferisce all'orientamento politico degli ammessi, la maggior parte proviene dalle fila dei conservatori-radicali, vicini sia alla Guida Suprema Khamenei e al Presidente della Repubblica Ahmadinejad, sia ai "neo-conservatori", vicini ai Guardiani della Rivoluzione - i cosiddetti Pasdaran - i quali negli ultimi anni hanno acquisito considerevole penetrazione nel settore finanziario, in aggiunta al ruolo istituzionale di "milizia del regime".
Nella precedente consultazione del 2008, i candidati ammessi erano ripartiti tra i gia' citati conservatori (determinati a continuare il percorso tracciato da Khomeini), i riformisti (aperti al cambiamento della linea politica indicata - l'esponente piu' accreditato era l'Ayatollah Montazeri, deceduto il 19 dicembre 2009) e i pragmatici (favorevoli al miglioramento dell'economia attraverso un processo di liberalizzazione e di riorganizzazione dell'industria; l'esponente piu' in vista e' l'Ayatollah Rafsanjani).
Si aggiunge che le elezioni per il Majilis costituiscono generalmente la premessa per le ben piu' significative elezioni presidenziali (2013), per le quali la Costituzione iraniana esclude la possibilita' di un terzo mandato per il Presidente in carica, attualmente Mahmud Ahmadinejad, eletto la prima volta nel 2005, confermato nel 2009 a seguito di risultati caratterizzati da brogli, "adattati" da esponenti conservatori vicini alla Guida Suprema, l'Ayatollah Khamenei.
L'affermazione di Ahmadinejad per il secondo mandato presidenziale, come si e' detto, non consente un terzo mandato a quest'ultimo, ma certamente lo agevolera' nella designazione di un "successore" di fiducia, nel solco dell'orientamento politico da lui tracciato.
Di seguito alcuni dati sui due esponenti di vertice: la Guida Suprema e il Presidente della Repubblica.

Ayatollah Ali Khamanei
Ali Khamenei, nato nel nel 1939, ha svolto la preparazione in teologia islamica nelle Scuole coraniche di Najaf e di Qom (e' stato allievo del Grande Ayatollah Khomeini).
Fu eletto Guida Suprema a giugno 1989 "in deroga", non rivestendo il rango di Ayatollah previsto dalla Costituzione ( era soltanto Hojatoleslam) e senza il consenso dei principali Centri di studi teologici; e' soprannominato infatti l' "Ayatollah, in una notte".
Si e' sempre imposto nel Paese quale simbolo dell'elite conservatrice, puntando con successo al ruolo di supervisore del "Consiglio dei Guardiani della Costituzione e della Sharia", carica di particolare prestigio e rilevanza, fra l'altro per l'approvazione dei candidati alle cariche istituzionali e per il controllo delle leggi.
Fu sua la fatwa contro la produzione, lo stoccaggio e l'impiego di ordigni nucleari, fatwa non pubblicata e comunque citata nell'agosto 2005, nel corso di una riunione dell'AIEA a Vienna.
Clamorose altresi' le sue valutazioni sui "Diritti Umani" - ritenuti un'arma nelle mani dei nemici dell'Islam - e le minacce all'Occidente del 4 giugno 2006, in caso di aggressione degli Stati Uniti all'Iran per il programma nucleare, ovvero il blocco dei rifornimenti petroliferi!

Mahmud Ahmadinejad e' nato nel 1956, e' laureato in ingegneria e, ancora studente, si e' arruolato nel "Corpo dei Guardiani della Rivoluzione" (i Pasdaran), prendendo parte ad "operazioni coperte" e alla guerra contro l'Iraq; fu a suo tempo Ufficiale Superiore dell'unita' di elite "Forza Quds"!
Alla fine del conflitto Iran-Iraq (1988), in relazione alla riduzione degli organici, abbandono' la Milizia e intraprese la carriera politica, mantenendo sempre contatti e buone relazioni con i Pasdaran e i Basiji (giovani volontari della Milizia); fu sindaco di Teheran nel 2003 e Presidente della Repubblica nel 2005 (primo mandato di quattro anni). Furono proprio i brogli elettorali delle elezioni presidenziali 2009 (secondo mandato per Ahmadinejad) evidenziati a forti tinte dai mass-media, a portare in piazza la popolazione il 13 giugno 2009, figurativamente denominata "Onda Verde", per l'andamento crescente del numero dei partecipanti, dalla convocazione alla "piazza" principale della riunione e alla successiva dispersione; "verde" dal colore della carta usata per le liste elettorali.
Quando e perche' ha inizio l'onda verde?
L'Onda Verde prende l'avvio subito dopo l'annuncio dei risultati della "divina vittoria" di Ahmadinejad (13 giugno 1989), contestata per le seguenti motivazioni:
l'annuncio fu dato appena otto ore dopo la chiusura dei seggi: tempo intercorso insignificante per un processo elettorale lento e macchinoso, a causa dei successivi controlli e verifiche;
in alcune province, il numero dei votanti e' risultato decisamente superiore a quello degli iscritti a votare;
omogeneita' di risultati numerici tra due o piu' province;
considerevole affermazione di Ahmadinejad anche nelle province cui appartenevano i suoi avversari; consenso decisamente accresciuto rispetto a precedenti elezioni.
Alle dimostrazioni di piazza inizialmente gestite da giovani studenti e studentesse, si sono aggiunti alla protesta altri partecipanti contro il regime, allo scopo di evidenziare il proprio disagio in merito ai diritti umani e all'economia;
dimostrazioni che si sono ripetute in occasione di ricorrenze religiose e/o di eventi che si rifanno alla morte di persone assassinate nel corso della reazione violenta delle forze dell'ordine:
il giorno dell'Ashura (19 giugno), che ricorda la morte dell'Imam Hussein, primo martire degli sciiti, nella battaglia di Kerbala 680 d.C., che con altri suoi seguaci scelse di morire piuttosto che sopravvivere sotto un governo illegittimo;
alcuni giorni che ricordano la vicenda della giovane Neda Soltan, assassinata dalle forze dell'ordine il 20 giugno 2009 e assurta a simbolo dell'Onda Verde;
i giorni, secondo tradizione, sono il terzo dalla morte della Soltan (22 giugno), il 7mo giorno (26 giugno) e il 40mo giorno, il piu' significativo (29 luglio).
Le convocazioni per le riunioni di piazza sono avvenute a mezzo "social network" (tipo Facebook, Twitter ecc.) allo scopo di aggirare la censura; ma nel tempo, anche in questo settore, l'organizzazione dei Pasdaran e' ricorsa a contromisure per la neutralizzazione (ingaggio di hacker stranieri; disturbo delle trasmissioni e diffusione di notizie "alternative").
La sorte degli arrestati
L'intervento del regime contro la "piazza" ha visto in prima linea, oltre alle forze dell'ordine, i giovani volontari Basiji (fonti di reclutamento dei futuri Pasdaran), impegnati a coppia su motocicli fuoristrada: uno alla guida, l'altro per l'intervento contro la "piazza", armato di manganello.
Sul piano interno, i criteri di reazione delle forze dell'ordine sono stati differenziati, nel senso che:
i manifestanti piu' violenti nel corso della manifestazione vengono portati in carcere, identificati e rilasciati dopo pochi giorni, mentre "agenti organizzatori della protesta", iraniani o stranieri, vengono trattenuti nella carceri speciali del regime (tipo quelle di Evin a Teheran) e condannati;
stessa sorte per esponenti dell'"intellighenzia" (giornalisti, scrittori, registi del cinema e della TV, altri esponenti della cultura ecc.): e' il caso della giornalista statunitense Roxana Saberi, della ricercatrice francese Clotilde Reiss. Attenzione particolare viene rivolta al regista cinematografico Jafar Panahi, mantenuto agli arresti domiciliari e interdetto a svolgere la sua attivita' di regista per 20 anni;
anche per gli esponenti di vertice dell'opposizione e dei relativi familiari, lo stesso trattamento: i riformisti Mousavi e Karroubi agli arresti domiciliari, sono sorvegliati a vista dai Pasdaran; la figlia dell'Ayatollah Rafsanjani (il leader dei pragmatici), e' stata arrestata nel corso di una protesta di piazza e incarcerata.
Il regime teocratico, in questo contesto, ha retto mantenendo il controllo della situazione, anche perche' Khamenei ha avallato la risposta all'Onda Verde, fatta di repressione della "piazza", di carcere o di arresti domiciliari, con controlli asfissianti per i principali leader dell'opposizione; ma soprattutto perche' l'Onda Verde non si e' posta come vera e propria rivoluzione, in quanto:
la "piazza" non ha espresso una leadership; peraltro, le donne in rivolta hanno fatto sempre riferimento al "premio Nobel per la pace" Shirin Ebadi (costretta a vivere negli Stati Uniti) e rappresentata a Teheran da Nargas Mohammadi, Presidente del "Comitato per le libere elezioni", tenuto sotto stretto controllo dalle forze dell'ordine e, soprattutto, in difficolta' nel formulare un programma operativo per l'opposizione;
l'opposizione e' stata privata di un esponente di non comuni qualita' umane, per formazione culturale e ideologica al livello di Khomeini; ci si riferisce, come giĆ detto, all'Ayatollah Montazeri, deceduto;
i riformisti agli arresti domiciliari (Mousavi e Karrubi), dopo le elezioni presidenziali del 2009, permangono nell'impossibilta' di intraprendere qualsiasi azione politica a causa del controllo esercitato, nei loro confronti, dalle forze dell'ordine;
anche i pragmatici permangono nel mirino del regime ( come si vedra' a seguito. l'Ayatollah Ali Akbar Rafsanjani, leader dei pragmatici e Presidente del "Consiglio degli; Esperti" annuncera' il proprio ritiro dal Consiglio citato l'8 marzo 2011). Si ricorda che il Consiglio indicato e' preposto, tra l'altro, in caso di morte della Guida Suprema, all'elezione del successore, in quanto la carica di Guida Suprema e' a vita!
Altro aspetto da considerare, ai fini del mantenimento del regime nel periodo dell'Onda Verde, e' stato l'interesse primario delle parti in conflitto, in ambito conservatori soprattutto, a garantire il sistema contro gli eccessi dei riformatori e dei pragmatici.
Il contrasto di vertice
L'equilibrio di vertice, in precedenza gia' sopravvissuto alla mobilitazione patriottica contro l'attacco di Saddam Hussein (1980-1988), agli anni della modernizzazione economica di Rafsanjani (1989-1997) e a quelli del riformismo di Khatami (1997-2005), fino al populismo attuale di Ahmadinejad (in carica dal 2005), e' venuto a mancare nel 2011, come autorevolmente afferma lo studioso persiano molto "ascoltato" dalla diplomazia ONU, Reza Aslan, il quale, ai primi di agosto del 2011, ha affermato che "a Teheran e' in corso un conflitto all'interno del gruppo conservatore, lo stesso gruppo che ha pilotato l'elezione di Ahmadinejad contro i riformisti e i pragmatici esclusi di fatto dalla consultazione del giugno 2009.
Nella circostanza, Ahmadinejad avrebbe messo in dubbio il primato assoluto del clero sciita sul Governo e sarebbe stata evidenziata altresi' l'insofferenza dei neo-conservatori per il gruppo vicino alla Guida Suprema, Khamenei.
I neo-conservatori costituiscono, come gia' detto, il gruppo di potere che fa capo ai "Guardiani della Rivoluzione" (i Pasdaran), responsabili della principali strutture militari e spionistiche, con estesi interessi nella finanza: in pratica, l'ago della bilancia tra la Guida Suprema Khamenei e il Presidente della Repubblica Ahmadinejad.
Oltre all'aspetto istituzionale, la vicenda assume rilevanza politica nel senso che contiene il tentativo di ridurre il potere di Khamenei, in relazione alla concezione religiosa di Ahmadinejad, in particolare al fervore messianico di quest'ultimo, legato alla teoria del 12mo Imam sciita "duodecimano", al-Mahdi, occultatosi nel pozzo sacro di Jamkaram (vicino Qom); tale teoria, qualora portata avanti e strumentalizzata, lascia prevedere un collegamento diretto tra Allah e il credente, senza alcuna intermediazione da parte degli esponenti del clero, vanificando cosi' la stessa costruzione teocratica di Khomeini.
A tale credenza per certi aspetti eversiva, Khamenei risponde minacciando l'eliminazione della carica di Presidente della Repubblica che, se del caso, sarebbe rimpiazzato da un Premier nominato dal Parlamento, in effetti direttamente dipendente dalla Guida Suprema!
E' questa la principale evidenza del contrasto di vertice cui si aggiungono altri episodi del periodo 2010-2011 che lo concretizzano anche in termini di conquista del potere, in vista della conclusione del secondo e ultimo mandato di Ahmadinejad (2013); ci si riferisce:
alla sostituzione del Ministro degli Esteri Manuker Mottaki (dicembre 2010), rimpiazzato da un esponente di fiducia del Presidente, Ali Akbar Salehi, Capo dell'Agenzia Atomica Nazionale. Mottaki, nominato nel 2005, era giudicato "troppo morbido": aveva evidenziato disponibilita' a negoziare sul dossier nucleare; Ahmadinejad per contro privilegia il criterio del "doppio standard", ovvero dell'utilizzazione civile e militare del programma nucleare;
alla proposta di nominare quale Ministro del Petrolio il Generale dei Pasdaran Rostam Ghassemi, il cui nominativo figura nella "black list" dell'Occidente;
come pure la proposta di promuovere a capo dell'OPEC un altro Pasdaran (l'Iran detiene dall'ottobre 2010 la presidenza del "cartello" OPEC, che tra l'altro stabilisce il prezzo del petrolio specie nell'attuale difficile contingenza economico-globale).
Seguono altre proposte di Ahmadinejad, a conferma del suo orientamento populistico, contro i criteri conservatori della Guida Suprema:
il pensionamento di decine di professori delle universita' a favore dei piu' giovani (ventata di liberalismo);
l'eliminazione del divieto delle classi promiscue, in contrasto con l'islamizzazione degli atenei (avviata a suo tempo proprio da Ahmadinejad);
il progetto di trasferire la "Teheran amministrativa" all'esterno dell'abitato della Capitale, in modo da alleggerire il sovraffollamento e la congestione del traffico;
l'abolizione dei sussidi sul carburante e sull'energia, in cambio di un'assegnazione mensile ai piu' bisognosi di 30 euro a persona: tale provvedimento non consente di compensare l'inflazione e l'aumento del prezzo della benzina (100%), per cui in molti ricorrono all'impiego del gas liquido che costa di meno. In sintesi, il provvedimento non si sta traducendo in risparmio per lo Stato a favore dello sviluppo, anzi viene fatto osservare che lo Stato spende piu' di quanto non spendesse per i sussidi (il Presidente della Repubblica, prima o poi, dovra' risponderne alla Corte di Giustizia sull'Economia che lo ha gia' convocato).
Continua nel prossimo numero...
E' il caso, in premessa, di evidenziare che i risultati delle elezioni del 2 marzo scorso per il Parlamento iraniano (Majlis) risultano al momento incompleti in quanto sono stati assegnati solamente 225 seggi sui 290 previsti; per gli altri 65 si fara' ricorso al ballottaggio e la data sara' definita dal "Consiglio dei Guardiani della Costituzione e della Sharia" (probabilmente il 4 di Marzo), lo stesso organismo che, prima della consultazione, ha provveduto a selezionare, tra 5400 esponenti presentatisi, i 3444 candidati in lizza per 290 seggi del Parlamento.
Per quanto si riferisce all'orientamento politico degli ammessi, la maggior parte proviene dalle fila dei conservatori-radicali, vicini sia alla Guida Suprema Khamenei e al Presidente della Repubblica Ahmadinejad, sia ai "neo-conservatori", vicini ai Guardiani della Rivoluzione - i cosiddetti Pasdaran - i quali negli ultimi anni hanno acquisito considerevole penetrazione nel settore finanziario, in aggiunta al ruolo istituzionale di "milizia del regime".
Nella precedente consultazione del 2008, i candidati ammessi erano ripartiti tra i gia' citati conservatori (determinati a continuare il percorso tracciato da Khomeini), i riformisti (aperti al cambiamento della linea politica indicata - l'esponente piu' accreditato era l'Ayatollah Montazeri, deceduto il 19 dicembre 2009) e i pragmatici (favorevoli al miglioramento dell'economia attraverso un processo di liberalizzazione e di riorganizzazione dell'industria; l'esponente piu' in vista e' l'Ayatollah Rafsanjani).
Si aggiunge che le elezioni per il Majilis costituiscono generalmente la premessa per le ben piu' significative elezioni presidenziali (2013), per le quali la Costituzione iraniana esclude la possibilita' di un terzo mandato per il Presidente in carica, attualmente Mahmud Ahmadinejad, eletto la prima volta nel 2005, confermato nel 2009 a seguito di risultati caratterizzati da brogli, "adattati" da esponenti conservatori vicini alla Guida Suprema, l'Ayatollah Khamenei.
L'affermazione di Ahmadinejad per il secondo mandato presidenziale, come si e' detto, non consente un terzo mandato a quest'ultimo, ma certamente lo agevolera' nella designazione di un "successore" di fiducia, nel solco dell'orientamento politico da lui tracciato.
Di seguito alcuni dati sui due esponenti di vertice: la Guida Suprema e il Presidente della Repubblica.

Ayatollah Ali Khamanei
Ali Khamenei, nato nel nel 1939, ha svolto la preparazione in teologia islamica nelle Scuole coraniche di Najaf e di Qom (e' stato allievo del Grande Ayatollah Khomeini).
Fu eletto Guida Suprema a giugno 1989 "in deroga", non rivestendo il rango di Ayatollah previsto dalla Costituzione ( era soltanto Hojatoleslam) e senza il consenso dei principali Centri di studi teologici; e' soprannominato infatti l' "Ayatollah, in una notte".
Si e' sempre imposto nel Paese quale simbolo dell'elite conservatrice, puntando con successo al ruolo di supervisore del "Consiglio dei Guardiani della Costituzione e della Sharia", carica di particolare prestigio e rilevanza, fra l'altro per l'approvazione dei candidati alle cariche istituzionali e per il controllo delle leggi.
Fu sua la fatwa contro la produzione, lo stoccaggio e l'impiego di ordigni nucleari, fatwa non pubblicata e comunque citata nell'agosto 2005, nel corso di una riunione dell'AIEA a Vienna.
Clamorose altresi' le sue valutazioni sui "Diritti Umani" - ritenuti un'arma nelle mani dei nemici dell'Islam - e le minacce all'Occidente del 4 giugno 2006, in caso di aggressione degli Stati Uniti all'Iran per il programma nucleare, ovvero il blocco dei rifornimenti petroliferi!

Il Presidente Mahmud Ahmadinejad
Mahmud Ahmadinejad e' nato nel 1956, e' laureato in ingegneria e, ancora studente, si e' arruolato nel "Corpo dei Guardiani della Rivoluzione" (i Pasdaran), prendendo parte ad "operazioni coperte" e alla guerra contro l'Iraq; fu a suo tempo Ufficiale Superiore dell'unita' di elite "Forza Quds"!
Alla fine del conflitto Iran-Iraq (1988), in relazione alla riduzione degli organici, abbandono' la Milizia e intraprese la carriera politica, mantenendo sempre contatti e buone relazioni con i Pasdaran e i Basiji (giovani volontari della Milizia); fu sindaco di Teheran nel 2003 e Presidente della Repubblica nel 2005 (primo mandato di quattro anni). Furono proprio i brogli elettorali delle elezioni presidenziali 2009 (secondo mandato per Ahmadinejad) evidenziati a forti tinte dai mass-media, a portare in piazza la popolazione il 13 giugno 2009, figurativamente denominata "Onda Verde", per l'andamento crescente del numero dei partecipanti, dalla convocazione alla "piazza" principale della riunione e alla successiva dispersione; "verde" dal colore della carta usata per le liste elettorali.
Quando e perche' ha inizio l'onda verde?
L'Onda Verde prende l'avvio subito dopo l'annuncio dei risultati della "divina vittoria" di Ahmadinejad (13 giugno 1989), contestata per le seguenti motivazioni:
l'annuncio fu dato appena otto ore dopo la chiusura dei seggi: tempo intercorso insignificante per un processo elettorale lento e macchinoso, a causa dei successivi controlli e verifiche;
in alcune province, il numero dei votanti e' risultato decisamente superiore a quello degli iscritti a votare;
omogeneita' di risultati numerici tra due o piu' province;
considerevole affermazione di Ahmadinejad anche nelle province cui appartenevano i suoi avversari; consenso decisamente accresciuto rispetto a precedenti elezioni.
Alle dimostrazioni di piazza inizialmente gestite da giovani studenti e studentesse, si sono aggiunti alla protesta altri partecipanti contro il regime, allo scopo di evidenziare il proprio disagio in merito ai diritti umani e all'economia;
dimostrazioni che si sono ripetute in occasione di ricorrenze religiose e/o di eventi che si rifanno alla morte di persone assassinate nel corso della reazione violenta delle forze dell'ordine:
il giorno dell'Ashura (19 giugno), che ricorda la morte dell'Imam Hussein, primo martire degli sciiti, nella battaglia di Kerbala 680 d.C., che con altri suoi seguaci scelse di morire piuttosto che sopravvivere sotto un governo illegittimo;
alcuni giorni che ricordano la vicenda della giovane Neda Soltan, assassinata dalle forze dell'ordine il 20 giugno 2009 e assurta a simbolo dell'Onda Verde;
i giorni, secondo tradizione, sono il terzo dalla morte della Soltan (22 giugno), il 7mo giorno (26 giugno) e il 40mo giorno, il piu' significativo (29 luglio).
Le convocazioni per le riunioni di piazza sono avvenute a mezzo "social network" (tipo Facebook, Twitter ecc.) allo scopo di aggirare la censura; ma nel tempo, anche in questo settore, l'organizzazione dei Pasdaran e' ricorsa a contromisure per la neutralizzazione (ingaggio di hacker stranieri; disturbo delle trasmissioni e diffusione di notizie "alternative").
La sorte degli arrestati
L'intervento del regime contro la "piazza" ha visto in prima linea, oltre alle forze dell'ordine, i giovani volontari Basiji (fonti di reclutamento dei futuri Pasdaran), impegnati a coppia su motocicli fuoristrada: uno alla guida, l'altro per l'intervento contro la "piazza", armato di manganello.
Sul piano interno, i criteri di reazione delle forze dell'ordine sono stati differenziati, nel senso che:
i manifestanti piu' violenti nel corso della manifestazione vengono portati in carcere, identificati e rilasciati dopo pochi giorni, mentre "agenti organizzatori della protesta", iraniani o stranieri, vengono trattenuti nella carceri speciali del regime (tipo quelle di Evin a Teheran) e condannati;
stessa sorte per esponenti dell'"intellighenzia" (giornalisti, scrittori, registi del cinema e della TV, altri esponenti della cultura ecc.): e' il caso della giornalista statunitense Roxana Saberi, della ricercatrice francese Clotilde Reiss. Attenzione particolare viene rivolta al regista cinematografico Jafar Panahi, mantenuto agli arresti domiciliari e interdetto a svolgere la sua attivita' di regista per 20 anni;
anche per gli esponenti di vertice dell'opposizione e dei relativi familiari, lo stesso trattamento: i riformisti Mousavi e Karroubi agli arresti domiciliari, sono sorvegliati a vista dai Pasdaran; la figlia dell'Ayatollah Rafsanjani (il leader dei pragmatici), e' stata arrestata nel corso di una protesta di piazza e incarcerata.
Il regime teocratico, in questo contesto, ha retto mantenendo il controllo della situazione, anche perche' Khamenei ha avallato la risposta all'Onda Verde, fatta di repressione della "piazza", di carcere o di arresti domiciliari, con controlli asfissianti per i principali leader dell'opposizione; ma soprattutto perche' l'Onda Verde non si e' posta come vera e propria rivoluzione, in quanto:
la "piazza" non ha espresso una leadership; peraltro, le donne in rivolta hanno fatto sempre riferimento al "premio Nobel per la pace" Shirin Ebadi (costretta a vivere negli Stati Uniti) e rappresentata a Teheran da Nargas Mohammadi, Presidente del "Comitato per le libere elezioni", tenuto sotto stretto controllo dalle forze dell'ordine e, soprattutto, in difficolta' nel formulare un programma operativo per l'opposizione;
l'opposizione e' stata privata di un esponente di non comuni qualita' umane, per formazione culturale e ideologica al livello di Khomeini; ci si riferisce, come giĆ detto, all'Ayatollah Montazeri, deceduto;
i riformisti agli arresti domiciliari (Mousavi e Karrubi), dopo le elezioni presidenziali del 2009, permangono nell'impossibilta' di intraprendere qualsiasi azione politica a causa del controllo esercitato, nei loro confronti, dalle forze dell'ordine;
anche i pragmatici permangono nel mirino del regime ( come si vedra' a seguito. l'Ayatollah Ali Akbar Rafsanjani, leader dei pragmatici e Presidente del "Consiglio degli; Esperti" annuncera' il proprio ritiro dal Consiglio citato l'8 marzo 2011). Si ricorda che il Consiglio indicato e' preposto, tra l'altro, in caso di morte della Guida Suprema, all'elezione del successore, in quanto la carica di Guida Suprema e' a vita!
Altro aspetto da considerare, ai fini del mantenimento del regime nel periodo dell'Onda Verde, e' stato l'interesse primario delle parti in conflitto, in ambito conservatori soprattutto, a garantire il sistema contro gli eccessi dei riformatori e dei pragmatici.
Il contrasto di vertice
L'equilibrio di vertice, in precedenza gia' sopravvissuto alla mobilitazione patriottica contro l'attacco di Saddam Hussein (1980-1988), agli anni della modernizzazione economica di Rafsanjani (1989-1997) e a quelli del riformismo di Khatami (1997-2005), fino al populismo attuale di Ahmadinejad (in carica dal 2005), e' venuto a mancare nel 2011, come autorevolmente afferma lo studioso persiano molto "ascoltato" dalla diplomazia ONU, Reza Aslan, il quale, ai primi di agosto del 2011, ha affermato che "a Teheran e' in corso un conflitto all'interno del gruppo conservatore, lo stesso gruppo che ha pilotato l'elezione di Ahmadinejad contro i riformisti e i pragmatici esclusi di fatto dalla consultazione del giugno 2009.
Nella circostanza, Ahmadinejad avrebbe messo in dubbio il primato assoluto del clero sciita sul Governo e sarebbe stata evidenziata altresi' l'insofferenza dei neo-conservatori per il gruppo vicino alla Guida Suprema, Khamenei.
I neo-conservatori costituiscono, come gia' detto, il gruppo di potere che fa capo ai "Guardiani della Rivoluzione" (i Pasdaran), responsabili della principali strutture militari e spionistiche, con estesi interessi nella finanza: in pratica, l'ago della bilancia tra la Guida Suprema Khamenei e il Presidente della Repubblica Ahmadinejad.
Oltre all'aspetto istituzionale, la vicenda assume rilevanza politica nel senso che contiene il tentativo di ridurre il potere di Khamenei, in relazione alla concezione religiosa di Ahmadinejad, in particolare al fervore messianico di quest'ultimo, legato alla teoria del 12mo Imam sciita "duodecimano", al-Mahdi, occultatosi nel pozzo sacro di Jamkaram (vicino Qom); tale teoria, qualora portata avanti e strumentalizzata, lascia prevedere un collegamento diretto tra Allah e il credente, senza alcuna intermediazione da parte degli esponenti del clero, vanificando cosi' la stessa costruzione teocratica di Khomeini.
A tale credenza per certi aspetti eversiva, Khamenei risponde minacciando l'eliminazione della carica di Presidente della Repubblica che, se del caso, sarebbe rimpiazzato da un Premier nominato dal Parlamento, in effetti direttamente dipendente dalla Guida Suprema!
E' questa la principale evidenza del contrasto di vertice cui si aggiungono altri episodi del periodo 2010-2011 che lo concretizzano anche in termini di conquista del potere, in vista della conclusione del secondo e ultimo mandato di Ahmadinejad (2013); ci si riferisce:
alla sostituzione del Ministro degli Esteri Manuker Mottaki (dicembre 2010), rimpiazzato da un esponente di fiducia del Presidente, Ali Akbar Salehi, Capo dell'Agenzia Atomica Nazionale. Mottaki, nominato nel 2005, era giudicato "troppo morbido": aveva evidenziato disponibilita' a negoziare sul dossier nucleare; Ahmadinejad per contro privilegia il criterio del "doppio standard", ovvero dell'utilizzazione civile e militare del programma nucleare;
alla proposta di nominare quale Ministro del Petrolio il Generale dei Pasdaran Rostam Ghassemi, il cui nominativo figura nella "black list" dell'Occidente;
come pure la proposta di promuovere a capo dell'OPEC un altro Pasdaran (l'Iran detiene dall'ottobre 2010 la presidenza del "cartello" OPEC, che tra l'altro stabilisce il prezzo del petrolio specie nell'attuale difficile contingenza economico-globale).
Seguono altre proposte di Ahmadinejad, a conferma del suo orientamento populistico, contro i criteri conservatori della Guida Suprema:
il pensionamento di decine di professori delle universita' a favore dei piu' giovani (ventata di liberalismo);
l'eliminazione del divieto delle classi promiscue, in contrasto con l'islamizzazione degli atenei (avviata a suo tempo proprio da Ahmadinejad);
il progetto di trasferire la "Teheran amministrativa" all'esterno dell'abitato della Capitale, in modo da alleggerire il sovraffollamento e la congestione del traffico;
l'abolizione dei sussidi sul carburante e sull'energia, in cambio di un'assegnazione mensile ai piu' bisognosi di 30 euro a persona: tale provvedimento non consente di compensare l'inflazione e l'aumento del prezzo della benzina (100%), per cui in molti ricorrono all'impiego del gas liquido che costa di meno. In sintesi, il provvedimento non si sta traducendo in risparmio per lo Stato a favore dello sviluppo, anzi viene fatto osservare che lo Stato spende piu' di quanto non spendesse per i sussidi (il Presidente della Repubblica, prima o poi, dovra' risponderne alla Corte di Giustizia sull'Economia che lo ha gia' convocato).
Continua nel prossimo numero...