Nonostante le recenti dichiarazioni del premier libico Mahmoud Jibril, al termine del suo mandato governativo, circa la scoperta di un arsenale nucleare, nella realta', il 19 dicembre 2003 il Paese nordafricano aveva ufficialmente sospeso il suo programma nucleare ( e delle armi di distruzione di massa), che comunque era ancora ad uno stadio alquanto embrionale .
La dichiarazione ufficiale era stata
preceduta da mesi di trattative segrete con gli USA e l’Inghilterra .
La decisione di Gheddafi era stata favorita da due eventi particolari :
l’attacco militare contro Saddam Hussein, accusato di avere in atto la
fabbricazione di armi di distruzione di massa, e l’arrivo a Tripoli di
un container , svuotato nel corso di un transhipment su un porto
italiano, che altrimenti doveva contenere materiale utile a costruire
centrifughe.
Il leader libico aveva capito che era quindi sotto controllo e che
rischiava di essere nel prossimo futuro oggetto di interventi militari
internazionali. L’accordo per la sospensione del programma era pero'
anche collegato ad una disponibilita' americana a maggiori cooperazioni
bilaterali nel campo della sicurezza, militare ed economico. Nella
pratica la Libia si aspettava una compensazione per questa sua
concessione .
Comunque l’idea di procurarsi l’arma atomica era un obiettivo coltivato
da Gheddafi fin dai primi anni della rivoluzione ed il programma , con
alterne fortune andava avanti da anni. La sua ambizione era quella di
potersi dotare come Israele di un’arma atomica , a difesa degli
interessi dei popoli arabi e/o per la sua personale egemonia . La
cosidetta arma nucleare islamica.
Gheddafi , subito dopo la rivoluzione del 1969, aveva inizialmente
cercato – peraltro senza successo - l’assistenza cinese per produrre
e/o acquistare un arma atomica ma nel 1975 aveva riaffermato , almeno
ufficialmente, l’adesione del Paese al Trattato di non Proliferazione
Nucleare gia' sottoscritto dalla monarchia senussita nel 1968. Comunque
nel 1974 era stato sottoscritto un accordo con l’Argentina di
cooperazione nucleare.
Era stata quindi costruita una struttura in Tajura nel 1981 con l’aiuto
dell’allora Unione Sovietica ma ,sempre ufficialmente lo scopo era
quello di dotarsi di una centrale per lo sfruttamento dell’energia
nucleare a fine pacifici. Studenti libici erano stati mandati in giro
per il mondo a studiare le applicazioni nel settore ( anche negli USA
almeno fino al 1983 quando l’amministrazione americana pose
un divieto nel merito) . Erano stati importati quantitativi di
uranio (l’Aiea , in un suo dossier parla di forniture nel 1985, 2000 e
2001), ci furono ammissioni di Abdul Qader Khan , padre del programma
nucleare pakistano, di una assistenza tecnica a Tripoli ( i contatti
con il Pakistan erano in essere fin dal 1977), si era piu volte fatto
cenno ad un coinvolgimento della Corea del Nord e di specialisti
tedeschi. Secondo stime dei Servizi occidentali, la Libia aveva speso
nel tempo , per questo programma una cifra intorno ai 200 milioni di
dollari. Ma nel contempo non aveva fatto grandi progressi per carenza
di quadri, strutture, tecnologia.
Ma nel 2003 , a seguito della decisione della sospensione del programma
nucleare, la Libia decideva di consegnare all’Aiea gli equipaggiamenti
che possedeva , Le centrifughe ed altri equipaggiamenti specifici
furono portate negli USA attraverso un ponte aereo il 27 gennaio 2004 e
subito dopo furono autorizzate visite di ispettori internazionali a
Tajura. IL 10 marzo 2004 le autorita' di Tripoli firmavano , proprio a
questo proposito, con l’Aiea allora guidata dall’egiziano Al Baradei
,un ulteriore Protocollo. Rimaneva comunque da risolvere il problema
del materiale fissile (uranio arricchito) che doveva essere comunque
trasferito altrove per la sua protezione .
Questo ultimo passaggio e' rimasto per altri anni sempre senza
soluzione. La Libia continuava a richiedere una compensazione per il
suo gesto correlandolo inoltre al fatto che nel 2003 i materiali
consegnati all’Aiea avevano un valore venale di circa 100 milioni di
dollari e che comunque la sospensione del programma nucleare non era
stato adeguatamente controbilanciato da altrettante iniziative
politiche o pratiche da parte americana come peraltro promesso . Sotto
il profilo politico Gheddafi voleva che gli USA rendessero pubblico
elogio della disponibilita' libica a non equipaggiarsi di un’arma
nucleare (Seif al Islam aveva chiesto di rendere operante un incontro
diretto nel 2009 , nel corso dell’inaugurazione dell’Assemblea Generale
dell’ONU a New York, tra Gheddafi e Obama) . Sul piano prettamente
economico , Tripoli pretendeva forniture di armi, la costruzione di un
centro di medicina nucleare, un alleggerimento delle sanzioni
commerciali ancora in atto contro il proprio Paese.
Questo contenzioso si e' protratto fino al 2009 dove le rivendicazioni
libiche , peraltro non soddisfatte, sono state controbilanciate da un
rifiuto a consegnare l’uranio arricchito.
Nel novembre del 2009 appariva comunque prossima la soluzione. Il
materiale radioattivo (circa 5,2kg) veniva alloggiato in 75 contenitori
poi sigillati da tecnici dell’Aiea , pronto per essere caricato su un
aereo cargo e portato in Russia . All’ultimo momento le autorita'
libiche rifiutarono il trasporto. Ulteriori discussioni , minacce e
negoziati condotti personalmente da Seif al Islam per conto del padre,
portarono alla soluzione finale : il 21 dicembre i contenitori furono
caricati sul cargo e poi spediti in Russia. Giorni dopo , il Segretario
di Stato USA , Clinton , faceva una telefonata al Ministro degli esteri
Musa Kusa per ringraziarlo e per sottolineare il migliorato andamento
dei rapporti bilaterali.
Da allora il problema del nucleare in Libia non ha avuto piu riscontri.
La struttura di Tajura , per chi l’ha visitata in questi ultimi anni e'
rimasta in completo abbandono. L’organismo che presiedeva allo
specifico progetto - il “Tajura Nuclear Research Center” – ha poi
cambiato denominazione diventando , sotto copertura il “Renewable
Energy and Water Desalination PlantCenter”. Questo organismo e' comunque
rimasto- fino agli ultimi eventi bellici - sotto la supervisione
del personaggio che precedentemente curava il progetto atomico e cioe'
il Ministro per il lavoro e lo sviluppo Matoug Mohamed Matoug. Ed e'
molto probabile che la ragione sociale fosse , seppur in forma diversa,
la stessa E’ stato poi creato un altro ente , il “ National
Bureau for Research and Development” , forse come organismo
di facciata per finalita' scientifiche non necessariamente dedicato al
settore nucleare
Comunque , dal 2003 in poi, le autorita' libiche hanno continuato ad
interessarsi all’utilizzo dell’energia nucleare, nominalmente per
l’utilizzo a fini pacifici ma probabilmente anche con lo scopo mai
dichiarato di acquisire , tramite i propri tecnici, un certo know how
nel settore.
Gheddafi , subito dopo la rivoluzione del 1969, aveva inizialmente
cercato – peraltro senza successo - l’assistenza cinese per produrre
e/o acquistare un arma atomica ma nel 1975 aveva riaffermato , almeno
ufficialmente, l’adesione del Paese al Trattato di non Proliferazione
Nucleare gia' sottoscritto dalla monarchia senussita nel 1968. Comunque
nel 1974 era stato sottoscritto un accordo con l’Argentina di
cooperazione nucleare.
,Era stata quindi costruita una struttura in Tajura nel 1981 con l’aiuto dell’allora Unione Sovietica ma ,sempre ufficialmente lo scopo era quello di dotarsi di una centrale per lo sfruttamento dell’energia nucleare a fine pacifici. Studenti libici erano stati mandati in giro per il mondo a studiare le applicazioni nel settore ( anche negli USA almeno fino al 1983 quandol’amministrazione americana pose un divieto nel emrito) . Erano stati importati quantitativi di uranio (l’Aiea , in un suo dossier parla di forniture nel 1985, 2000 e 2001), ci furono ammissioni di Abdul Qader Khan , padre del programma nucleare pakistano, di una assistenza tecnica a Tripoli ( i contatti con il Pakistan erano in essere fin dal 1977), si era piu volte fatto cenno ad un coinvolgimento della Corea del Nord e di specialisti tedeschi. Secondo stime dei Servizi occidentali , la Libia aveva speso nel tempo , per questo programma una cifra intorno ai 200 milioni di dollari. Ma nel contempo non aveva fatto grandi progressi per carenza di quadri, strutture, tecnologia.
Ma nel 2003 , a seguito della decisione della sospensione del programma nucleare, la Libia decideva di consegnare all’Aiea gli equipaggiamenti che possedeva , Le centrifughe ed altri equipaggiamenti specifici furono portate negli USA attraverso un ponte aereo il 27 gennaio 2004 e subito dopo furono autorizzate visite di ispettori internazionali a Tajura. IL 10 marzo 2004 le autorita' di Tripoli firmavano , proprio a questo proposito, con l’Aiea allora guidata dall’egiziano Al Baradei ,un ulteriore Protocollo. Rimaneva comunque da risolvere il problema del materiale fissile (uranio arricchito) che doveva essere comunque trasferito altrove per la sua protezione .
Questo ultimo passaggio e' rimasto per altri anni sempre senza soluzione. La Libia continuava a richiedere una compensazione per il suo gesto correlandolo inoltre al fatto che nel 2003 i materiali consegnati all’Aiea avevano un valore venale di circa 100 milioni di dollari e che comunque la sospensione del programma nucleare non era stato adeguatamente controbilanciato da altrettante iniziative politiche o pratiche da parte american come peraltro promesso . Sotto il profilo politico Gheddafi voleva che gli USA rendessero pubblico elogio della disponibilita' libica a non equipaggiarsi di un’arma nucleare (Seif al Islam aveva chiesto di rendere operante un incontro diretto nel 2009 , nel corso dell’inaugurazione dell’Assemblea Generale dell’ONU a New York, tra Gheddafi e Obama) . Sul piano prettamente economico , Tripoli pretendeva forniture di armi, la costruzione di un centro di medicina nucleare, un alleggerimento delle sanzioni commerciali ancora in atto contro il proprio Paese.
Questo contenzioso si e' protratto fino al
2009 dove le rivendicazioni libiche , peraltro non soddisfatte, sono
state controbilanciate da un rifiuto a consegnare l’uranio arricchito.
Nel novembre del 2009 appariva comunque prossima la soluzione. Il
materiale radioattivo (circa 5,2kg) veniva alloggiato in 75 contenitori
poi sigillati da tecnici dell’Aiea , pronto per essere caricato su un
aereo cargo e portato in Russia . All’ultimo momento le autorita'
libiche rifiutarono il trasporto. Ulteriori discussioni , minacce e
negoziati condotti personalmente da Seif al Islam per conto del padre,
portarono alla soluzione finale : il 21 dicembre i contenitori furono
caricati sul cargo e poi spediti in Russia. Giorni dopo , il Segretario
di Stato USA , Clinton , faceva una telefonata al Ministro degli esteri
Musa Kusa per ringraziarlo e per sottolineare il migliorato andamento
dei rapporti bilaterali.
Da allora il problema del nucleare in Libia non ha avuto piu riscontri. La struttura di Tajura , per chi l’ha visitata in questi ultimi anni e' rimasta in completo abbandono. L’organismo che presiedeva allo specifico progetto - il “Tajura Nuclear Research Center” – ha poi cambiato denominazione diventando , sotto copertura il “Renewable Energy and Water Desalination PlantCenter”. Questo organismo e' comunque rimasto- fino agli ultimi eventi bellici - sotto la supervisione del personaggio che precedentemente curava il progetto atomico e cioe' il Ministro per il lavoro e lo sviluppo Matoug Mohamed Matoug. Ed e' molto probabile che la ragione sociale fosse , seppur in forma diversa, la stessa E’ stato poi creato un altro ente , il “ National Bureau for Research and Development” , forse come organismo di facciata per finalita' scientifiche non necessariamente dedicato al settore nucleare.
Comunque , dal 2003 in poi, le autorita'
libiche hanno continuato ad interessarsi all’utilizzo dell’energia
nucleare, nominalmente per l’utilizzo a fini pacifici ma probabilmente
anche con lo scopo mai dichiarato di acquisire , tramite i propri
tecnici, un certo know how nel settore.
I contatti con molti Paesi nello specifico settore , si sono susseguiti
negli anni:
I francesi , nel marzo del 2006 , avevano sottoscritto con la Libia una accordo per lo sviluppo e l’uso pacifico dell’energia nucleare. Firmatario , da parte francese era stato il direttore della Commissione per l’energia atomica Alain Bugat. Vi erano stati gia' contatti l’anno precedente e visite tecniche in Tripoli anche per un progetto relativo ad un impianto di desalinizzazione per la riconversione della struttura di Tajura . Altri contatti ed accordi erano poi stati messi in opera dalla societa' AREVA , la stessa che gestisce in Niger i giacimenti di uranio per lo sfruttamento e la ricerca di uranio sul suolo libico. Di nucleare pacifico si parlera' poi anche durante la visita ufficiale di Gheddafi a Parigi nel dicembre del 2007.
Nel marzo 2007 invece viene pubblicizzato , da parte libica un accordo diretto con gli USA sempre per l’uso pacifico dell’energia nucleare con una serie di cooperazioni specifiche ( qualificazione e addestramento di studenti nello specifico settore, creazione di un centro di medicina nucleare, cooperazione bilaterale tra enti scientifici, utilizzo del nucleare per lo sviluppo dell’energia e l’impiego in medicina, agricoltura, industria, etc,). Gli USA smentiscono la notizia nella persona del portavoce del Dipartimento di Stato , Tom Casey forse per gli imbarazzanti risvolti politici che l’iniziativa poteva avere sul piano interno.
Nel 2008 si fanno avanti Russia e Ucraina per proporre la costruzione di un reattore nucleare per fini civili. Kiev propone la sua collaborazione nell’ambito di un sistema barter : cooperazione in cambio di petrolio , appalti per costruzione di infrastrutture, commercializzazione di prodotti agricoli. Entrambe le iniziative rimarranno pero' a livello lettera di intenti.
Ritornando alle dichiarazioni pubbliche di
Mahmoud Jibril ed alla scoperta di un arsenale nucleare in mano a
Gheddafi , esistono forti perplessita' che si tratti di effettivo
materiale nucleare e non , come molto probabile, di depositi di
aggressivi chimici che comunque il dittatore libico possedeva
nonostante la dichiarata disponibilita', nel 2003 a disfarsene.