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RUSSIA - LA "STAFFETTA" MEDVEDEV - PUTIN AL VERTICE DEL POTERE

kremlin


L'avvicendamento nella carica di Presidente della Federazione Russa tra Medvedev e Putin, la cosiddetta "staffetta", e' avvenuto il 7 maggio scorso con la cerimonia di insediamento di Vladimir Putin (Putin III, dopo i due precedenti mandati: 2000-2004 e 2004-2008); Medvedev dal giorno successivo (8 maggio 2012) ha assunto nuovamente l'incarico di Primo Ministro, ricostituendo, sia pure a ruoli scambiati, il tandem al vertice del potere in Russia.

In relazione alla composizione, da piu' parti si parla di nuovo governo, o meglio di "due governi" ovvero il governo ufficiale di Medvedev e quello piu' autorevole di Putin: sembra quasi un sottinteso invito ad approfondire i rapporti tra le due formazioni istituzionali (un rapporto di dipendenza oppure di separazione tra le competenze).

Si potrebbe, a questo punto, concludere in modo sbrigativo: "tutto come prima" (in riferimento ai precedenti mandati); ma gli elementi di valutazione non sono ancora sufficienti per una corretta valutazione e  il periodo di tempo dall'insediamento dei due esponenti di vertice e' troppo breve!
Conviene, a piu' modesto avviso, prima di impegnarsi in una risposta definitiva, considerare altri aspetti: i termini del mandato, l'eredita' di Medvedev in relazione a quanto attuato nel corso del suo periodo di presidenza (2008-2012), i criteri e le iniziative poste in atto fin qui da Putin in politica estera e in economia e soprattutto lo spazio operativo affidato/delegato da Putin alla responsabilita' di Medvedev, propio in considerazione  della composizione dei due ipotizzati governi:

governo ufficiale di Medvedev, i "volti  nuovi" ovvero giovani sui 40 anni; tra questi il "ventinovenne" Nikolaj Nikiparov, Ministro delle Telecomunicazioni, orientato verso l'informatizzazione e l'accesso via internet a tutti gli uffici dell'Amministrazione russa;
governo piu' autorevole di Putin che ha riunito nello speciale "Consiglio di Presidenza" gli ex ministri del governo Putin (in pratica, usciti dalla porta e  rientrati dalla finestra), responsabili dei criteri e  delle principali linee di governo tra le quali alcuni osservatori gia' individuano la riduzione e l'indebolimento del potere decisionale di Medvedev (assegnazione della "presidenza di imprese per le risorse energetiche"; abolizione del divieto di attribuire incarichi politici ai dirigenti di grandi aziende ecc.).

vladimir putin
Vladimir Putin


Il mandato presidenziale


A partire dal 2008 ne e' stata modificata la durata da 4 a 6 anni, ferma restante la possibilita' di mantenere tale ruolo per due mandati consecutivi: Putin in concreto potrebbe rivestire la carica di Presidente della Federazione Russa dal 2012 al 2024, un periodo di "leader" della Russia, in continuazione, superato solamente da Stalin dal 1924 al 1953 (29 anni) e da Breznev che fu Segretario del Partito Comunista dell'Unione Sovietica dal 1964 al 1982 (18 anni).
 Putin comunque e' in condizione di raggiungere i  20 anni di presidenza(se pure con soluzione di continuita') se si considerano gli otto anni dei due mandati precedenti (2000-2004; 2004-2008).

Le elezioni presidenziali (4 marzo 2012) seguono a distanza di pochi mesi quelle parlamentari (4 dicembre 2011): queste ultime hanno valenza ai fini della cosiddetta "staffetta al vertice del potere russo" tra Medvedev e Putin , in quanto al Congresso del Partito di governo "Russia Unita" del 24 settembre 2011, il Presidente della Federazione Russa Dmitrij Medvedev ha proposto il Primo Ministro Vladimir Putin, suo predecessore, per la carica di Presidente Federale; Putin ha accettato, offrendo a Medvedev di partecipare insieme a lui alle elezioni parlamentari, assicurandosi cosi' la carica di Primo Ministro al termine del suo mandato presidenziale.

In base alla Costituzione, il Presidente della Federazione Russa nomina il Primo Ministro, e' responsabile della politica estera, e' Capo delle F.A., dichiara la legge marziale, controlla i Servizi di sicurezza e gli organi di sorveglianza dell'informazione, ha il potere di sciogliere il Parlamento (composto da Duma/Camera "bassa" – 450 membri – e dal Consiglio della Federazione/Camera "alta" – 166 membri).

dmitri medvedev
Dmitri Medvedev

Le elezioni 2011-2012

Il Partito di governo "Russia Unita", alle elezioni parlamentari per la Duma del 4 dicembre 2011, ha registrato un netto calo rispetto alle precedenti del 2007 (da 315 a 238 seggi); gli altri partiti – il Partito Comunista, "Russia Giusta", e il Partito Liberal-democratico –hanno ottenuto rispettivamente 92, 64 e 56 seggi.
Non hanno superato lo "sbarramento" del 7%, gli altri tre partiti ammessi alla consultazione: il Partito Social-liberale "Yabloko", "Giusta Causa", un Partito pro- governo, il Partito Liberal-democratico (di orientamento nazionalista).
Tali risultati, il 10 dicembre 2011 hanno portato in piazza la protesta contro Putin di migliaia di manifestanti per irregolarita' nelle operazioni di scrutinio cui si e' aggiunto l'invito di Michail Gorbaciov rivolto a Putin di dimettersi.

Anche alle elezioni presidenziali del 4 marzo 2012 si registrano risultati elettorali definiti "irregolari" dalla Commissione di Controllo dell'OSCE – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – in quanto il conteggio dei voti non si e' svolto correttamente in un terzo dei seggi.
Di seguito, alcuni dati d'interesse sulle responsabilita' ai fini del processo elettorale, sui  candidati, sui votanti, le sedi elettorali, i sistemi di controllo, i risultati delle elezioni presidenziali e la loro diffusione.
Il Consiglio della Federazione e' responsabile della convocazione delle elezioni presidenziali, in base alla Costituzione; il Ministero della Giustizia e le sue Agenzie territoriali sono responsabili delle decisioni in fatto di registrazione dei partiti politici.
La Commissioni Elettorale Centrale (CEC) e' responsabile del processo elettorale a partire dalla notifica ai cittadini fino alla compilazione dei risultati e all'annuncio degli stessi; e' composta da 83 Commissioni Elettorali di Soggetto Amministrativo (SEC), una per ciascun soggetto federale (21 repubbliche, 47 province/oblast, 9 territori/krai, 4 circondari e 2 citta': Mosca e San Pietroburgo), 2746 Commissioni Elettorali Territoriali (TEC) e 94.300 Commissioni Elettorali di Circoscrizione (PEC).
CEC, SEC e TEC sono commissioni permanenti, nominate ogni cinque anni; mentre i nuovi PEC sono nominati per ciascuna elezione.
Le PEC si riuniscono non piu' tardi di 50 giorni prima della data di ciascuna elezione.

Ogni cittadino che abbia raggiunto il 18mo anno di eta' puo' partecipare al controllo dell'esercizio di voto e della condotta delle Commissioni delle elezioni presidenziali su nomina di ciascun candidato, di ciascun partito politico o dei mass media: ciascun addetto al controllo e' coinvolto nel monitoraggio della campagna elettorale, dell'organizzazione delle linee telefoniche e dei siti web attraverso i quali ciascun cittadino puo' riferire sulle varie irregolarita' rilevate.
Ciascuna sede elettorale dispone di due "web cam" e relativo computer per il controllo e la registrazione delle operazioni di voto.
L'Associazione GOLOS ha addestrato circa 6000 osservatori capaci di monitorare le elezioni in tutta la Russia; altre associazioni si sono "aggiunte" a seguito degli sviluppi irregolari verificatisi alle elezioni della Duma del 2011.
L'OSCE, come si e' detto, si occupa del monitoraggio dello sviluppo delle elezioni; dispone a Mosca di 15 esperti osservatori e di 40 altri osservatori gia' addestrati: e' in condizione di schierarne altri 160; l'impegno per le elezioni presidenziali e' andato dal 26 gennaio al 15 marzo 2012.
Il sistema elettorale e' maggioritario, con un secondo turno qualora non si raggiunga la maggioranza al primo turno, caso non molto frequente (e' capitato a Eltsin nel 1996).
Il contesto delle irregolarita' dello svolgimento del voto e' garantito da leggi specifiche che riguardano la democrazia, le liberta' costituzionali del Paese ed anche il sistema di automazione della Federazione, noto come "GAS Vybory".
Per le elezioni presidenziali e' chiamato al voto ogni cittadino che abbia compiuto i 18 anni ed e' eleggibile il cittadino russo che abbia compiuto 35 anni, che non abbia gia' ottenuto due mandati presidenziali consecutivi e che non sia stato condannato per "grave o estremistico crimine".
I partiti politici che sostengono i vari candidati non possono avere basi professionali, razziali, nazionali o religiose; devono avere le proprie sedi all'interno degli 83 soggetti amministrativi gia' indicati, meta' di queste sedi con almeno 100 membri e devono aver raggiunto complessivamente un totale di 10.000 membri.
Non sono ammesse contribuzioni volontarie per un importo superiore a 10 volte il minimo del mensile stabilito il 1mo marzo 2011, prima del giorno delle elezioni.
Le votazioni in 817 sedi elettorali dislocate in aree molto lontane iniziano due settimane prima.
Apposite attrezzature (scanner per il voto e macchine con schermo sensibile al tatto) sono state dislocate in 5566 stazioni, 411 in piu' rispetto a quelle delle elezioni della Duma del 2011.

Di seguito, uno schema sintetico relativo ai cinque candidati ammessi all'elezione, con l'indicazione del partito che li sostiene, il numero di voti ottenuto e la relativa percentuale:

CANDIDATO PARTITO CHE LO SOSTIENE
E ORIENTAMENTO
NUM. DI VOTI PERCENTUALE
%
PUTIN VLADIMIR "RUSSIA UNITA"
(partito di governo)
45.513.001 63,64

ZJUGANOV GHENNADIJ
PARTITO COMUNISTA
(in opposizione al partito di governo)
12.288.624 17,18


PROKHOROV MIKHAIL
INDIPENDENTE 5.680.558 7,94

ZIRINOVSKIJ VLADIMIR
PARTITO LIBERALDEMOCRATICO
(di opposizione, nazionalistico)
4.448.959 6,22

MIRONOV SERGEIJ
"RUSSIA GIUSTA"
(Partito Democratico Socialista)
2.755.642 3,85
VOTI VALIDI
70.686.784 98,84
VOTI NON VALIDI
833.191 1,46
TOTALE
71.519.975 100


In sintesi:
su un totale di 109.610.812 aventi diritto, l'affluenza alle urne e' stata del 65,25%;
Putin ha ottenuto: un numero di voti inferiore al 50% nel DF(Distretto Federale) Centrale(Mosca) ; tra il 50 e il 56% nel DF Nord-Occidentale
     (S. Pietroburgo) e intorno al 70% negli altri cinque DF.


Le elezioni e l'opposizione

Come gia' il 10 dicembre 2011, dopo l'esito delle elezioni parlamentari della Duma, migliaia di manifestanti hanno protestato in piazza chiedendo elezioni pulite e senza brogli, anche il 5 marzo 2012, il giorno dopo le elezioni presidenziali, e' scattata la protesta per le irregolarita' evidenziate dall'OSCE in un terzo dei seggi elettorali.
La manifestazione era stata autorizzata dallo stesso Putin come espressione di "governo democratico" che non avrebbe dovuto comportare il ricorso all'uso della forza nella Piazza Pushkin di Mosca da parte degli agenti del Ministero dell'Interno, gli "Omon", in tenuta antisommossa (parastinchi, giubbotto antiproiettile, casco integrale e vistosi auricolari di collegamento).
Agli slogan anti-regime ("elezioni vere", "via i ladri e i truffatori" ecc.), nel tardo pomeriggio, dal palco al centro della manifestazione, si aggiungevano gli inviti di una
annunciatrice della TV alla folla dei manifestanti a non creare disordini e a rientrare alle proprie case pacificamente – invito che in effetti veniva attuato.
Ma l'alleggerimento della piazza era solo la premessa per l'intervento piu' agevole degli agenti ai fini del controllo e del fermo degli "organizzatori" di maggiore rilievo,
individuati in precedenza; quasi una nuova strategia che portava a centinaia di "fermati", avviati agli uffici giudiziari di periferia con l'accusa di disobbedienza alle Forze dell'Ordine, anche in relazione al numero dei manifestanti preventivato (inferiore a quello dei partecipanti): il caso comporta l'arresto per due settimane!

aleksej navalny
il blogger Aleksej Navalny

Tra gli arrestati:

- il blogger anti-corruzione Aleksej Navalny;
- il leader del "Fronte di Sinistra" Sergej Udaltsov, militante a favore dei "diritti civili";
- il leader del "Movimento Solidarnosh", Ilya Yashin, tra i piu' accaniti contro il nuovo vertice Putin-Medvedev;
- lo scrittore Edvard Limonov, arrestato alcune ore prima nella Piazza Lubianka, dove hanno sede i Servizi Informazioni della Federazione.

Di fronte alla nuova strategia della Polizia, anche l'opposizione cerca un adeguamento della propria condotta contro il regime, in base agli appelli di Michail Gorbaciov ("qui nessuno deve morire per la patria; ma tutti dobbiamo vivere per conquistare la democrazia"), del campione mondiale di scacchi Garry Kasparov ("il regime non e' in grado di difendersi; alla fine perdera' la testa") ed il giornalista Oleg Kashin, gia' vittima del regime (pestato a sangue da due sconosciuti dopo la pubblicazione di un suo articolo contro gli oligarchi) il quale invita a considerare che nel corso di una rissa, se si finisce a terra colpiti dall'avversario, e' inutile agitare i pugni…ci si rialza soltanto quando sono state recuperate le forze e  se si e' in condizioni di reagire!
In sintesi, l'opposizione incontra notevoli difficolta' a organizzarsi contro un "nemico" straripante e a superare un momento di stanca e di ridotto entusiasmo operativo:

- i leader seguono gli umori della piazza, tenendosi a distanza dal "palco", con ampio ricorso ai siti web;
- gli slogan, anche quelli contro il potere ("Putin ladro" ecc.), fanno meno effetto, per assuefazione;
- si avverte il bisogno di dare maggiore spazio e potenziare la macchina informativa sui crimini del regime, diradando le riunioni e scendendo in piazza nel corso di ricorrenze significative: in coincidenza del corteo del 1mo maggio, come ai tempi dell'Unione Sovietica (presenti Putin e Medvedev), della cerimonia di insediamento al Cremlino di Putin (7 maggio), della festa nazionale del 12 giugno, cui si aggiunge la manifestazione dell'opposizione contro la "legge anti-proteste", entrata in vigore il 9 giugno.

Alle voci dei blogger di opposizione come il gia' citato Navalny, si aggiungono quelle dei moderati come Michail Gorbaciov, che tenta di evitare "una svolta tirannica" che trasferisca la Russia tra i Paesi che non rispettano il diritto dei cittadini a manifestare la propria opinione (articolo 31 della Costituzione), cui si aggiungono multe pesantissime, fino al valore corrispondente a 12.000 euro, per "manifestazione non autorizzata" specie in relazione al basso reddito dei cittadini e all'obbligo di scontare in carcere la pena per chi non possa pagare.
La legge prende di mira altresi' le feste cosiddette "spontanee" e i raduni nei parchi degli oppositori, anche se, in queste circostanze, non si parli di politica e non si espongano insegne/cartelli con slogan anti-regime…basta riunirsi in massa;  peraltro, la legge non specifica quando la riunione e' da considerarsi "di massa".
Alla marcia contro la legge "anti-proteste" hanno preso parte 70.000 persone, sotto gli occhi di giovani poliziotti dal comportamento insolitamente "gentile", mentre gli Omon ne controllavano, da strade laterali, gli sviluppi.
Si potrebbe trattare, anche in questo caso, di una nuova strategia del regime contro le manifestazioni; strategia che passerebbe dal controllo "discreto" degli agenti di polizia alla provocazione da parte di infiltrati ed  alla reazione violenta degli agenti speciali (gli Omon) con conseguenti fermi/arresti di esponenti dell'opposizione di maggiore interesse; a questa fase potrebbe seguire il rilascio dei fermati/arrestati di minore interesse, anche attraverso atti di apparente clemenza.
 
Nel corso della cerimonia per la festa nazionale del 12 giugno lo stesso Putin, per la prima volta, ha commentato la manifestazione di protesta contro di lui, mettendo l'accento sull'importanza di ascoltare quanto dicono gli altri  su argomenti di interesse, precisando altresi' che "non si puo' tollerare, per contro, cio' che divida o danneggi lo stato!"
Tutto questo mentre Aleksej Navalny, il blogger anti-corruzione, viene interrogato per responsabilita' negli scontri del 6 maggio precedente e i suoi uffici perquisiti dalla Polizia, alla ricerca di memorie su tangenti ed altri atti di corruzione del gruppo di potere che ruota intorno a Putin!
Significativo anche l'invito di Ilya Ponomarov, deputato di "Russia Giusta", per una svolta della protesta: in concreto si propone l'elezione di un "gruppo dirigente" della protesta, se del caso attraverso una sorta di elezioni primarie!


L'eredita' di Medvedev

Riguarda essenzialmente la politica estera, nel ruolo di Medvedev quale Presidente della Federazione Russa (2008-2012); il mandato e' stato svolto in un periodo problematico per l'economia cui si aggiungono, sul piano interno, la lotta alla corruzione, considerevole ostacolo alla modernizzazione del sistema politico e  sul piano regionale (area del Mar Nero), la guerra dei "cinque giorni" con la Georgia dell'agosto 2008, sviluppatasi poi in termini di contrasto anche tra Russia e Occidente.
In sintesi, una situazione di possibile isolamento della Russia sul piano internazionale, a seguito del peggioramento delle relazioni con gli Stati Uniti e con l'Unione Europea.

Due eventi hanno contribuito ad alleggerire il clima: il piano di pace approntato dall'UE, sotto la Presidenza della Francia,  sottoscritto da Medvedev e dal Presidente georgiano Saakashvili e poi, la crisi finanziaria "globale" che hanno fatto passare in secondo piano la questione georgiana, come si e' riscontrato nel corso della "Conferenza per la politica internazionale" dell'ottobre successivo ad Evian (Francia) e a novembre  con il "Summit Russia-UE"  a  Nizza.

Il miglioramento delle relazioni della Russia con l'Occidente ha avuto ulteriore evidenza nel corso del Vertice NATO di Lisbona del 2010, quando il Presidente Medvedev propose agli Stati Uniti di organizzare un "sistema comune di difesa anti-missile": Mosca d'altro canto non crede alle finalita' dello "scudo spaziale antimissile" (esclusivamente contro l'Iran) anche  in considerazione del fatto che il Senato USA ha trasformato in legge la "proposta di divieto" di trasferire ad altri informazioni sul sistema in questione.
Permane, per contro , quale segnale di reciproca fiducia, il cosiddetto "fuori onda" tra Obama e Medvedev, a margine del Vertice nucleare di Seul del marzo 2012:

- Obama ha chiesto a Medvedev di dargli una mano sui missili ("questa e' la mia ultima elezione, dopo avro' maggiore flessibilita'");
- Medvedev ha risposto: "capisco; trasmettero' il messaggio a Vladimir!".

I rapporti tra le due "superpotenze" riguardano altresi' la riduzione degli armamenti strategici, gli accordi START (Strategic Arms Reduction Treaty); in particolare il problema dello scambio dei dati telematici sui missili:

- gli Stati Uniti erano per lo scambio di questi dati;
- la Russia riteneva che non dovessero figurare nell'accordo.
Fu specificato alla fine, come segnale di "intesa raggiunta", che ciascuna delle parti stabilisse in proprio i dati da segnalare (lanci missilistici; dati telematici; test effettuati sui nuovi missili ecc.).
L'accordo apri' la strada a una posizione di maggiore flessibilita' della Russia sia per la firma del Trattato di Praga del 2010 a differenza della precedente "tensione" durante il mandato di George Bush e sia per l'appoggio di Mosca alla Risoluzione ONU n. 1929 (sanzioni contro l'Iran), ivi compreso il divieto di trasferire a Teheran i complessi missilistici S-300.

Da non trascurare infine la decisione di Mosca di "astenersi", in occasione dell'intervento militare contro la Libia: fu valutato infatti che non valeva la pena di sacrificare le buone relazioni con gli USA per il bene di Tripoli !

Sul piano economico, l'evento di maggiore evidenza e' stato l'adesione della Russia alla "World Trade Organization" (WTO): gli Stati Uniti  hanno valutato piu'  opportuno l'ingresso della Russia nel WTO durante il mandato di Medvedev  quale riconoscimento dell'impegno profuso da quest'ultimo a favore della distensione.

mikhail gorbachev
Mikhail Gorbachev

La cerimonia dell'insediamento (7 maggio 2012)

Dopo i precedenti due mandati (2000-2004; 2004-2008), la cerimonia di insediamento di Putin per il terzo mandato ha evidenziato l'austerita' del "tempo degli zar", se pure senza il "bagno di folla", come rilevano i mass media.
Tra gli applausi degli ospiti (3000 partecipanti, tra i quali 1000 invitati a partecipare anche alla cena serale), si distinguono l'espressione "contenuta" di Gorbaciov il quale aveva in precedenza invitato Putin a "farsi da parte" e l'aria rinfrancata di Medvedev che dall'8 maggio 2012 ha costituito con Putin il "tandem del potere" nell'incarico di Primo Ministro, gia' a suo tempo ricoperto.
Dopo il giuramento sulla Costituzione e il ritiro della ben nota "valigetta atomica", il cerimoniale ha previsto anche la firma, da parte di Putin, di alcuni provvedimenti a favore del popolo:

- una sovvenzione "una tantum" per i veterani e gli invalidi di guerra, per un  importo corrispondente  a  130 euro;
- un decreto per la creazione, entro il 2020, di 25 milioni di nuovi posti di lavoro.

e' stato inviato altresi' un messaggio agli Stati Uniti riguardante lo "scudo missilistico" che, in stretta sintesi, evidenzia la disponibilita' a trattare sull'argomento, esigendo rispetto e non ingerenza  negli affari interni della Federazione Russa, da parte degli Stati Uniti.
Di circostanza, prevedibilmente di difficile attuazione, alcune promesse di Putin come la lotta alla corruzione, la modernizzazione dell'economia e una societa' libera e determinata: quest'ultima, in contrasto con il rinvio della legge sull' "elezione democratica" dei governatori e dei sindaci delle grandi citta', attualmente di "nomina diretta" da parte del Presidente della Federazione.

Il "biglietto da visita" di Putin III

Risulta gia' ben delineato dopo alcuni giorni (a un mese dall'insediamento):

- l'attenzione allo smisurato territorio russo in relazione alla popolazione (145 milioni, appena);
- il potenziamento dell'economia (essenzialmente le risorse energetiche);
- i "paletti" all'Occidente e alla Cina nel settore strategico;
- il nazionalismo, la stampa e l' "intellighentia" piu' in generale.

Per chi ha seguito i precedenti due mandati (2000-2004; 2004-2008) si tratta di un  "gia' visto", specie se alla profondita' delle terre sotto il Polo Nord si sostituisce l'inospitalita' della tundra e dei ghiacciai della Siberia: le une e le altre, al fine della ricerca e dello sfruttamento di ulteriori giacimenti di risorse naturali.
Si parla al riguardo di una "Societa' per lo sviluppo della Siberia Orientale e dell'Estremo Oriente russo", con sede a Vladivostok, capoluogo del territorio di Primorje e capolinea della Ferrovia Transiberiana (9300 km tra Mosca e Vladivostok).
La Societa' jn questione, con poteri illimitati, sarebbe alle dirette dipendenze del Presidente della Federazione; il suo scopo e' quello di riportare la vita in Siberia ("la terra che dorme"),   popolare 10.000 kmq di ghiacciai e di taiga (la foresta di conifere con suolo acquitrinoso), sfruttarne le risorse minerarie (oro, ferro, carbone e petrolio) che tanto interessano gli oligarchi russi e arrestare il flusso delle colonie cinesi, le quali si garantiscono la proprieta' dei luoghi e della relativa produzione attraverso la stipula di contratti di affitto pluridecennali (come si e' verificato in Africa), utilizzando manodopera locale per lo sfruttamento delle risorse.
Si tratta di dare corso al progetto che a suo tempo non riusci' a Stalin attraverso le deportazioni; questa volta si ricorre a incentivi che riguardano:

lavoratori russi cui vengono offerte condizioni vantaggiose (il rimborso delle spese di alloggio; una mensilita' extra);
lavoratori stranieri, in particolare quelli che affollano le grandi citta', provenienti dai Paesi della "Comunita' degli Stati Indipendenti" (CSI); a questi vengono offerti permessi di soggiorno e facilitazioni per la "cittadinanza russa";
le aziende che costruiranno impianti per lo sfruttamento di materie prime; queste ultime beneficeranno di incentivi fiscali.

In sintesi, l'invito "tutti in Siberia", per dare una risposta al malcontento popolare e alla crisi economica.

Altro intervento di Putin riguardante il miglioramento dell'economia e' l' "accordo russo-cinese sull'energia e lo sviluppo".
Questa volta la circostanza o l'appiglio e' dato dal vertice della SCO- Organizzazione per la Cooperazione di Shangai- un'organizzazione intergovernativa nata il 15 giugno 2001 a Shangai, allo scopo di fronteggiare il terrorismo nelle aree di confine cui si e' aggiunta la cooperazione economica, in modo particolare nel settore energetico.
La SCO comprende Cina, Russia e quattro Paesi ex sovietici (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan); hanno lo status di osservatori della SCO  l'India, l'Iran, la Mongolia e il Pakistan.
La SCO ha sede a Tashkent ed il segretariato a Pechino.
Il 5 giugno scorso, tra Cina e Russia e' stato sottoscritto un "Accordo su energia e sviluppo" da parte del Presidente Putin e di quello cinese Hu Jintao, durante un vertice SCO (allargato a Iran, Afghanistan, Bielorussia e Turchia) che riunisce le potenze energetiche, alternative al Medio Oriente.
L'accordo Mosca-Pechino sposta l'equilibrio verso oriente dei flussi globali di gas e petrolio.
L'accordo non e' stato ufficializzato ma c'e' l'approvazione di Cina e Russia.
Al vertice hanno partecipato anche i Ministri dell'Energia dei vari Paesi, i responsabili delle Agenzie Atomiche nazionali e i capi degli Enti Energetici di Russia e Cina.
Per il gas manca ancora l'accordo sul prezzo, mentre i gasdotti siberiani sono pronti per aggiungersi a quelli di Turkmenistan, Kazakhstan e Uzbekistan.

Cina e Russia hanno generalmente visioni coincidenti sulle crisi internazionali (situazione in Siria, in particolare ); il patto sull'energia migliorera' ulteriormente l'interscambio tra Cina e Russia da 100 milioni di dollari entro il 2015, fino a 200 milioni di dollari entro il 2020.
L'intesa oltre al gas e al petrolio riguarda un "fondo di investimento comune" di quattro miliardi di dollari, aperto ad investitori privati cinesi.
E' stato anche annunciato da Putin un piano russo-cinese per una linea elettrica trans-asiatica attraverso Afghanistan, Pakistan e India, oltre al varo di un'autostrada tra San Pietroburgo e Shenzhen(Cina) e ad un'alleanza tecnologica che portera' a un'integrazione di aziende hi-tech di Russia e Cina, con un ritorno agli equilibri mondiali di un'epoca "fortunata", quella di Breznev e Deng Xiaoping.
Dietro il sogno di Putin e del prossimo leader cinese Zi Jinping, la svolta della "green economy" che sostiene l'energia pulita, mentre Pechino si avvia al raddoppio dei consumi.

Questo sul piano economico, mentre su un piano strategico, continua il confronto Russia-NATO sul "sistema missilistico di difesa", in quanto sia gli Stati Uniti sia la NATO rifiutano di fornire alla Federazione Russa "garanzie legali" che il sistema in questione non prenda di mira le "forze nucleari" di Mosca, per rappresaglia.
Il Cremlino, al meeting del 24 maggio scorso a Bruxelles tra Russia e NATO, ha proposto misure per frenare la corsa agli armamenti, come gia' e' stato anticipato a proposito dell' "eredita' di Medvedev".
Come primo passo, secondo Mosca, la NATO si dovrebbe impegnare a rispettare le leggi internazionali e a rinunciare all'impiego indipendente della forza, a meno di esplicita autorizzazione del Consiglio di Sicurezza.
Sul sito del Dipartimento della Difesa russa, il Vice Primo Ministro Dmitri Ragozin, incaricato di modernizzare il Dipartimento, alla voce "programmi in corso" segnala per contro i fondi assegnati per i decenni a venire, evidenziando l'orgoglio della popolazione in quanto, se pure le assegnazioni siano a scapito di altri "programmi sociali", non sussiste critica o irritazione.
Peraltro, anche l'opinione pubblica non si fida degli USA, le cui forze convenzionali in Europa superano di gran lunga quelle russe, senza considerare la messa a punto di sistemi d'arma di nuovo tipo che potrebbero cambiare l'equilibrio di potere nella regione.

La NATO inoltre, secondo opinione comune, sta rafforzando la propria presenza in prossimita' dei confini con la Russia: nuove basi in Polonia, Bulgaria e Romania; come pure in Afghanistan, le basi USA rimarranno nel Paese anche dopo il ritiro dell'Alleanza.

Venendo alla Siria, nonostante la dichiarazione di intenti dei due Presidenti russo e statunitense, a margine del Vertice del G20 a Los Cabos in Messico del 19 giuno u.s. (soluzione politica-non militare- della crisi), si registra lo scontro a distanza tra i Ministri degli Affari Esteri Hillary Clinton e Sergej Lavrov , con prospettive di "peggioramento delle relazioni" tra i due Paesi:

- H. Clinton accusa la Russia di fornire alla Siria elicotteri da combattimento e missili che le forze di regime potrebbero impiegare contro la popolazione civile;
- S. Lavrov sostiene che si tratterebbe di vendita "legale" (armi convenzionali e di difesa) a differenza delle armi fornite dagli USA agli oppositori, per rovesciare il governo legittimo di Damasco.

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Hillary Clinton

Secondo indiscrezioni,  le armi ai "ribelli" sarebbero state pagate dall'Arabia Saudita e dal Qatar, i due Paesi del Golfo a favore di un intervento militare internazionale contro il regime di Damasco.
A tale ultimo proposito, un intervento militare internazionale appare alquanto improbabile per contrasti all'interno del Consiglio di Sicurezza; per la prossima seduta del Consiglio di Sicurezza; inoltre sarebbe all'esame l'istituzione di una "no fly zone" sulla Siria: questo spiegherebbe l'accento della Clinton sulle forniture militari  (appena indicate) alla Siria.
Si aggiunge che il cargo siriano "Mv Alad"  con gli elicotteri ed i missili russi destinati alla Siria, partito da Kaliningrad, e' stato "fermato" nel corso della navigazione in quanto la Societa' assicuratrice britannica ha cancellato la relativa polizza, costringendo l'imbarcazione a sospendere il trasporto.
Il cargo avrebbe fatto ritorno al porto di partenza di Kaliningrad.

Considerazioni conclusive, o meglio, prime impressioni

"Tutto come prima", si diceva  intuitivamente all'inizio: i fatti, quei pochi osservati se pure in ristretti termini di tempo, dall'insediamento di Putin, sembrano confermare criteri di gestione del potere da parte di Putin "in linea" con i due precedenti mandati presidenziali (dal 2000 al 2008); ci si riferisce ai seguenti aspetti:

- l'economia ancora incentrata su risorse energetiche (petrolio, gas) e sullo sfruttamento di giacimenti di minerali; in particolare l'accordo con la Cina, anche per bilanciare eventuali "defaillances" dei Paesi europei, principali clienti della Russia;
- il "sogno" di ripopolare le terre siberiane, attraverso la "Societa' per lo sviluppo della Siberia Orientale russa", sempre allo stesso indicato fine (sfruttamento delle risorse) ed arrestare il flusso delle colonie cinesi con i loro contratti pluridecennali;
- imporre "paletti" a Stati Uniti e NATO in campo strategico (sistema missilistico di difesa; presenza di contingenti e basi militari NATO-USA ai confini della Federazione; equilibrio di potere per i piu' sofisticati nuovi sistemi d'arma);
- adeguate relazioni con i Paesi della "regione Mar Nero": prima "uscita" di Putin in Bielorussia; offerta di cure medico-sanitarie all'ex Premier ucraino Yulia Timoshenko (il Presidente Janukovich si e' opposto, sebbene filo-russo);
- nuova strategia nei confronti delle manifestazioni di piazza da parte dell'opposizione: controllo della "piazza" attraverso agenti "dal volto umano" a distanza ravvicinata; schieramento degli Omon, a distanza utile per il pronto intervento. Ai fini della prevenzione, la legge anti-proteste e' entrata in vigore il 9 giugno: in pratica annulla l'articolo 31 della Costituzione (diritto dei cittadini di manifestare la propria opinione), con multe pesantissime (fino all'importo equivalente di 12.000 euro) per manifestazioni non autorizzate e/o fuori dei limiti di tempo e di luogo previsti dall'autorizzazione.

A proposito del "nuovo governo anzi dei due nuovi governi" di cui si e' parlato  all'inizio, che cosa risulta?
Anche per questo interrogativo sembra opportuna l'acquisizione di ulteriori dati relativi ai rapporti tra le due formazioni di governo: dati che ne confermino la possibile interconnessione, con gioco delle parti a seconda del caso oppure una concreta e  reale indipendenza.
Al momento sussiste la sola e gia' citata evidenza del "fuori-onda" tra Obama e Medvedev al vertice di Seul: alla richiesta di aiuto di Obama, ai fini della soluzione del problema dei missili, Medvedev lo rassicura: portera' la richiesta a Putin!
L'affermazione potrebbe gia' significare una dipendenza dei due governi, con gioco delle parti e con limitazioni nell'assunzione delle decisioni.
Anche per questo aspetto, tuttavia, e' opportuno prendere in considerazioni ulteriori evidenze  del "tandem di vertice", senza rassegnarsi alla valutazione dello scrittore-regista francese Emmanuel Carrere, appassionato studioso di letteratura e politica russa il quale, intervistato su quanto e' possibile aspettarsi dalle elezioni presidenziali del 4 marzo 2012, ha risposto  (come riportato dal quotidiano "la Repubblica"del 18 marzo 2012):

la politica non ha alcuna importanza in Russia;

il vero potere e' nelle mani delle "mafie"; queste ultime si comportano come gli azionisti che nel momento in cui l'Amministratore Delegato perde popolarita', lo sostituiscono senza problemi con un altro piu' presentabile e, all'apparenza, piu' democratico. In concreto, il problema della Russia non e' Putin; se ci sara' malcontento Putin sara' "cacciato", il suo posto sara' preso da un altro "esponente di facciata": tutto continuera' come prima;
la direzione del Paese non riguarda i cittadini che al limite potranno accumulare "patrimoni", come fanno le mafie;
tutto questo ci sara' fino a quando non si compira' una "rivoluzione autentica" che al momento non ci puo' essere, in quanto nessuno la vuole ne' qualcuno si sogna di farla !