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LA GUERRA DI SPIE



kim jong nam
Kim Jong Nam

L’eliminazione dei nemici dello Stato, a qualunque titolo essa avvenga, è una tecnica che alcuni paesi attuano o in casi estremi o con particolare disinvoltura. E’ la cosiddetta licenza di uccidere che alcuni Servizi hanno e altri no. Mossad, CIA, SVR e FSB ce l’hanno, così come saltuariamente anche la DGSE francese e l’MI6 inglese. Altri Servizi, come l’AISE italiano o il BND tedesco non hanno invece questa tipo di “autorizzazione”.

Ovviamente questa è una casistica riferita agli Stati cosiddetti “democratici” perché nei regimi più autoritari e sanguinari la citata “autorizzazione” non ha bisogno di essere concessa. E’ un automatismo. Basterebbe pensare al caso del fratellastro dell’attuale dittatore nordcoreano, Kim Jong-nam, eliminato recentemente a Kuala Lumpur dai servizi di Kim Jong-un.

Chi si elimina


L’eliminazione fisica riguarda terroristi, oppositori, nemici propriamente detti e, ovviamente, i traditori. Quest’ultima categoria gode di una particolare attenzione perché il traditore, come nel caso degli ex agenti del KGB, quando tradisce porta con sé un bagaglio di informazioni, di nomi e di circostanze con cui si guadagna la compiacenza del Paese che lo accoglie. Il disertore svela reti di informatori, fa smantellare sistemi di spionaggio e molte volte queste rivelazioni portano alla morte di altre persone. Il traditore va quindi punito anche se si ritira a vita privata e non può più nuocere.



skripal
Sergei e Yulia Skripal

I traditori

L’uccisione di Alexander Litvinenko nel 2006 ed il recente tentativo contro Sergei Skripal e la figlia Yulia sono da ascriversi alla categoria dei traditori che vanno puniti. L’utilizzo di sostanze chimiche o radioattive per avvelenare la vittime è un sistema ricorrente oramai nelle eliminazioni messe in atto dai Paesi dell’est. Uno dei casi più eclatanti è l’omicidio del dissidente bulgaro Georgi Ivanov Markov sempre a Londra nel 1978. Quindi un marchio di fabbrica.

Si potrebbe obiettare che così è facile scoprire mandanti ed esecutori. In realtà è vero il contrario. Deve essere noto chi sta dietro a queste eliminazioni, deve essere un monito, un messaggio chiaro al traditore:prima o poi verrai colpito ed eliminato perché i tradimenti si pagano. La diossina, i veleni, il plutonio, il gas nervino sono adesso i veicoli, meglio dire il brand, che volutamente identifica esecutori e mandanti.

Ma molte volte – ed è probabilmente il caso di Skripal – ci sono anche motivazioni politiche. Un gesto eclatante come l’eliminazione di un traditore serve a portare consensi a Vladimir Putin da parte delle frange più nazionaliste del Paese. Il fatto che il tutto sia avvenuto a ridosso delle elezioni presidenziali russe ne è una conferma, come poi certificato dal ringraziamento sarcastico del portavoce di Putin, a vittoria conseguita, verso la premier inglese Theresa May.

Le conseguenze

Un’azione così palese ha necessariamente delle conseguenze diplomatiche: espulsioni, ritorsioni, guerra fredda e quant’altro. Tuttavia, prevale il messaggio sulle conseguenze e nel caso russo non bisogna mai scordarsi che Putin era un dirigente del KGB. L’espulsione di diplomatici può colpire la fantasia, ma è un provvedimento di prevalente natura politica e dal limitato impatto pratico. Un agente espulso che lavora/lavorava sotto copertura in ambasciata (copertura che peraltro non ha impedito la sua individuazione da parte del controspionaggio locale) verrà rimpiazzato da un altro. Vale per i russi e vale per gli inglesi.

Perché bisogna evidenziare una regola: anche tra Servizi ostili che si confrontano e si affrontano sul terreno, come nel caso dell’MI6 inglese e della sua controparte SVR russa (a cui bisogna aggiungere il Servizio militare GRU), esiste sempre la necessità di comunicare: talvolta – anche se raramente – per cooperare, talvolta per trasmettere messaggi attraverso un canale informale alternativo a quello politico. I Servizi, ostili e non, hanno sempre o mantengono sempre la possibilità di poter comunicare. E’ un’esigenza che non può essere disattesa. Quindi, anche se adesso agenti russi e inglesi vengono espulsi, altrettanti ritorneranno nelle rispettive sedi diplomatiche nel breve giro di pochi mesi.



vladimir putin
Vladimir Putin

L’errore inglese

Nel caso di Sergei Skripal emerge però un errore da parte del MI5, cioè il Servizio interno inglese. Skripal era un colonnello del GRU ed era stato scoperto come fonte dell’MI6 e condannato in Russia. Poi, nel 2010, era stato scambiato con altri 10 agenti russi che il Regno Unito aveva liberato. Ma Skripal aveva sulla coscienza lo smantellamento delle reti di spionaggio del GRU in UK. Un tradimento dalle grosse conseguenze pratiche. Da lì la necessità di punirlo.

Sarebbe stato prudente, come avviene in questi casi, che al personaggio fosse fornita un’identità di copertura per sparire dalla circolazione o, quantomeno, per non essere rintracciato dai suoi ex compagni di avventura. L’uomo invece viveva a Salisbury con il suo nome e senza forme di protezione. Facile individuarlo e facile colpirlo.

Un’altra imprudenza era dovuto al fatto che la figlia viaggiava sistematicamente tra la Russia, dove risiedeva, e il Regno Unito. Anche in questo caso nessuna precauzione o controllo della donna quando arrivava a Londra. Se fossero stati attuati dei maggiori controlli ci si sarebbe accorti che la ragazza portava al seguito materiale radioattivo o veleni. E’ stato troppo facile per i Servizi russi approntare il tentativo di eliminazione.

Anche se nel caso di Skripal la morte misteriosa di un figlio, di un fratello e della ex moglie potrebbe indicare l’utilizzo di vendette trasversali, questo tipo di iniziative non sono ricorrenti nelle procedure russe. Il paradosso è che è stata la figlia Yulia ad essere stata coinvolta nell’operazione contro il padre perché è stata utilizzata come veicolo per fare arrivare il veleno a destinazione.

Chi conduce le eliminazioni


GRU, SVC e FSB hanno la capacità di condurre in proprio operazioni sporche. E’ molto probabile che ogni Servizio al cui interno si sia verificato un tradimento sia quello che poi procede all’eliminazione del traditore. Nel caso di Litvinenko è probabile che sia stata la mano del FSB in cui il personaggio militava e nel caso di Skripal quella del GRU, che ha alle proprie dipendenze le Forze Speciali dello Spetsnaz per analoghi motivi.

Su chi sia stato ad impartire l’ordine di eliminare queste spie, il Ministro degli Esteri inglese Boris Johnson ha indicato lo stesso Vladimir Putin. Ed è molto probabile che sia così perché, visto che queste operazioni all’estero possono avere serie conseguenze politiche, occorre un’autorizzazione al più alto livello.

Gli americani


Nell’ambito della CIA esiste una struttura dedicata alle operazioni speciali e tra queste vi è anche l’eliminazione dei terroristi. Questa struttura è stata recentemente rinforzata con l’arrivo di Donald Trump alla presidenza e di Mike Pompeo a capo della CIA. La recente promozione di Pompeo alla Segreteria di Stato e la nomina di Gina Haspel al suo posto hanno marcato ancora di più la tendenza della CIA alle operazioni “sporche”.

Se George Bush Jr. si era addentrato nell’illegalità delle Extraordinary Rendition, con centri di interrogatori (dove gli abusi dei prigionieri erano di routine) e la cattura o la consegna di personaggi (oppositori o terroristi che fossero) a Paesi compiacenti. Barack Obama era invece più propenso all’utilizzo dei droni per uccidere i terroristi; Donald Trump sta invece dando un indirizzo ancora più radicale alla lotta contro il terrorismo passando dalla cattura alla loro eliminazione.

Bisognerà adesso vedere se, come in passato, operazioni sporche del genere avranno la necessità di un’autorizzazione preventiva del Presidente (come quella di Obama nel caso della uccisione di Osama Bin Laden), ovvero se ora potranno essere condotte nella discrezionalità del Direttore della CIA nell’ambito di una licenza di uccidere senza limiti. In questa seconda ipotesi Gina Haspel è la persona giusta al posto giusto. Già implicata nelle Black Sites clandestine, già parte attiva degli abusi che in questi centri venivano perpetrati, potenzialmente non possiede inibizioni a operare.

La CIA può contare per le sue operazioni sporche sui reparti speciali delle Forze Armate come i Navy SEAL o sull’apporto operativo e logistico di quelle forze che operano nell’ambito dello Stay Behind di cui una volta faceva parte anche l’Italia con la Gladio.

Guerra infinita di spie


Non esistono dati certi su quante ex spie o oppositori siano stati eliminati dai Servizi russi. Molte volte, infatti, quando non è necessario inviare “messaggi”, è difficile poter individuare la mano degli assassini. Tuttavia il sospetto che i Servizi russi, più di altri, abbiano la mano pesante nell’eliminazione di nemici vari risulta confermata dai fatti.

In questa guerra clandestina Russia e Stati Uniti si equivalgono. L’unica differenza è che l’attività della CIA colpisce i terroristi, mentre la lista dei beneficiari delle attenzioni di SVR, FSB e GRU è molto più lunga. In entrambi i casi le violazione dei diritti umani non costituiscono un ostacolo, come è stato il caso americano con Guantanamo ed i centri di interrogatorio clandestini e come capita agli oppositori o traditori russi, uccisi, imprigionati o fatti sparire.

Un po’ di etica


Nel gioco pericoloso e senza esclusione di colpi nel mondo delle spie c’è una forma di etica. Se il traditore non merita perdono, altrettanto non avviene se viene colto sul fatto un agente dell’avversario. C’è cioè un certo fair play tra addetti al settore. Un agente che spia per il suo Paese può essere incarcerato, ma mai eliminato. C’è come un certo rispetto per l’altrui attività perché svolta nell’interesse del proprio Paese. Si aspetta solo la prima occasione utile per lo scambio dei rispettivi agenti. Sergei Skripal era stato scambiato con altre spie russe, ma aveva tradito il suo Paese. Utilizzato per lo scambio – perché in questo risultava ancora utile altrimenti sarebbe stato eliminato direttamente senza concedergli un’uscita dal Paese – ma era pur sempre colpevole.

Nel 2017 i Servizi russi hanno individuato od arrestato circa 500 spie, un dato emerso da un recente elogio pubblico di Vladimir Putin ai Servizi di sicurezza del suo Paese. Persone senza volto di cui non si conosce niente: chi erano, per chi lavoravano, cosa facevano e di cosa si interessavano. Lo sanno solo gli aventi causa. La pubblicità a questi eventi non è elemento generalmente gradito né a chi scopre la spia (perché scoprire una spia certifica un vulnus nel proprio sistema di sicurezza), né il Paese per cui la spia lavorava (se una propria fonte o operativo viene individuato un errore è stato fatto).

Il silenzio aiuta le parti a sfruttare le circostanze: chi cattura la spia ha tutto il tempo ed i mezzi per farla parlare, chi si è fatto catturare la spia può invece cercare di limitare i danni che generalmente si determinano nel proprio apparato di ricerca. In questo mondo senza luce il destino è segnato: i traditori saranno puniti o eliminati, gli altri prima o poi restituiti.

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